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Non solo numeri

Zoomafia, quando la violenza sugli animali è un affare

I combattimenti tra cani, una delle attività più lucrose e crudeli

Gli italiani amano gli animali? Se consideriamo quanti possiedono un animale sembrerebbe di sì: quasi un italiano su due, ovvero oltre 21 milioni di persone sopra i 18 anni (dati Eurispes). La gran parte ha un cane o un gatto ma non mancano pesci (4,9%), tartarughe (4,7%) e uccelli (4,1%). Il 41,7% dichiara di aver preso un animale per colmare la solitudine e il 18,5% per avere qualcuno di cui prendersi cura. E se la gran parte degli italiani nutre sentimenti di rispetto e affetto nei confronti degli animali, quasi il 13% prova indifferenza, paura o addirittura fastidio.

Ma attenzione, anche chi decide di prendere un animale con sé non sempre lo fa con consapevolezza e responsabilità, come dimostrano i dati sull’abbandono e i maltrattamenti. Ogni estate vengono abbandonati 100mila cani e 50mila gatti e sono 150mila i cani e gatti che vivono nei canili, talvolta in situazioni molto critiche. Si stima che in Italia vivano “on the road”, cioè randagi, 700mila cani e 2 milioni di gatti (per la situazione toscana leggi qui).

Numeri preoccupanti anche per quanto riguarda i maltrattamenti. Al servizio “Io segnalo” dell’Associazione Animalisti nel 2013 sono arrivate 45mila segnalazioni: nel 67% dei casi si denunciavano le cattive condizioni in cui venivano tenuti gli animali, mentre il 23% delle segnalazioni si riferiva a situazioni di violenza o al limite del maltrattamento.

La violenza sugli animali può diventare anche un lucroso affare in mano alla criminalità, ad esempio con le corse clandestine di cavalli (leggi l’intervista a Sonny Richichi), le macellazioni e la vendita illegale di carne, il bracconaggio, il contrabbando di animali, la biopirateria, i combattimenti tra cani. Secondo l’Osservatorio Zoomafia della Lav – Lega antivivisezione che ogni anno pubblica un Rapporto molto dettagliato, tra le pratiche più crudeli (e lucrose) ci sono proprio i combattimenti.

Oltre a muovere un grande giro di denaro (le scommesse vanno da 250 euro a decine di migliaia di euro), la lotta a cui questi animali sono aizzati e costretti è il risultato di violentissime forme di addestramento, vere e proprie torture, inflitte ai cani fin da cuccioli.

A causa di questi maltrattamenti che ne condizionano il comportamento, Pit Bull, Rottweiler, Bull Mastiff e altre razze sono temute perché considerate aggressive e crudeli. E così, oltre alle violenze subite, questi animali diventano anche vittime di una criminalizzazione sempre più diffusa.

cavallo
Tuttavia qualcosa sta cambiando grazie all’introduzione nel 2004 di una legge contro l’abbandono e il maltrattamento degli animali (legge 189/2004), anche se secondo le associazioni si potrebbe fare di più. Ad esempio, prevedere il reato di “uccisione di specie selvatica protetta” come chiede Wwf Italia con una petizione già firmata da 55mila cittadini. Ad oggi, infatti, si possono uccidere impunemente orsi, lupi, cicogne, foche monache anche se protetti dalle normative internazionali.

Le associazioni animaliste svolgono non soltanto un ruolo fondamentale di informazione, pressione e sensibilizzazione ma spesso garantiscono azioni di vigilanza sul territorio, servizi di assistenza, cura e recupero di animali. Si tratta di un’attività di volontariato importante che le istituzioni, anche a livello locale, stanno cominciando a riconoscere e valorizzare.

Come l’Asl di Firenze che recentemente ha istituito l’Albo delle associazioni che tutelano gli animali: con l’iscrizione all’Albo le associazioni fiorentine potranno supportare il servizio veterinario nel recupero animali, nella tutela delle colonie feline, nella vigilanza zoofila.

Foto di Ottavia Poli, associazione Italian Horse Protection. Clicca qui per vedere le altre.

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