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Non solo numeri

I ritardi della scuola italiana

Secondo il 58,8% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni intervistati nel 2011 da Telefono Azzurro e Eurispes, la scuola non è sufficientemente impegnata nel combattere le discriminazioni. L’84,7% chiede una scuola più aperta alle proposte e alle iniziative dei ragazzi e il 66% auspica un coinvolgimento degli stessi studenti nel fare  lezione su alcune materie. Infine il 74,6% si dichiara “per niente interessato” o “poco interessato” al volontariato.

Dati che confermano il ritardo delle scuole italiane, soprattutto elementari e medie, nell’attivare percorsi di educazione alla solidarietà e all’accoglienza, alla cittadinanza, all’intercultura e alla legalità. Un ritardo che facilita anche il diffondersi di fenomeni preoccupanti come il bullismo di cui stiamo prendendo consapevolezza solo negli ultimi anni, grazie anche all’impegno di tante associazioni e ad una più forte sinergia tra volontariato e mondo della scuola.

In Toscana sono 126 le associazioni e 7mila i volontari impegnati in attività a sostegno di bambini e adolescenti, come risulta da un’indagine promossa nel 2008 da Cesvot e realizzata dall’Istituto degli Innocenti. Firenze, Pisa, Lucca le provincie con il numero più alto. Oltre il 30% interviene prevalentemente su minori da 0 a 13 anni, quasi il 40% ha avviato progetti di educazione ai diritti, alla solidarietà, alla legalità e alla tutela ambientale e un terzo opera nel contesto della cooperazione e della solidarietà internazionale.

Tra queste l’associazione Mani Tese di Firenze che per i bambini della scuola primaria ha creato “Tutta un’altra storia”, percorsi di lettura animata dedicati alla giustizia sociale, alla solidarietà internazionale e alla tutela dell’ambiente e “Favole dell’altro mondo” sui temi della diversità e della differenza. Il Centro Mondialità Sviluppo Reciproco propone, invece, nelle scuole primarie di Livorno laboratori di educazione allo sviluppo e all’intercultura proprio a partire dall’attività di solidarietà internazionale che l’associazione svolge in Tanzania.

Acquisire metodologie e strumenti didattici, soprattutto quando si opera con bambini piccoli, è lo scopo del corso per volontari “Dall’educazione alla formazione” appena inaugurato a Livorno dall’associazione Don Nesi/Corea con il sostegno di Cesvot. Didattica e animazione sono al centro anche del corso promosso a Pistoia dall’associazione Arcobaleno.

La musica rappresenta un potente strumento di educazione interculturale, come mostra il progetto “Sarabanda” promosso dall’Orchestra Multietnica di Arezzo. “Da Giove e Giunone a Barbie e Ken” è, invece, il titolo del progetto di educazione alla differenza di genere avviato nelle scuole medie fiorentine dall’associazione Ireos che da quest’anno coinvolgerà anche la scuola dell’infanzia.

Libera e Arci Toscana propongono, invece, percorsi di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva, oltre a laboratori e campi estivi in terre e strutture confiscate alla mafia, mentre alla promozione del volontariato e della solidarietà è dedicato il progetto “Scuola e volontariato in Toscana” promosso da Cesvot e realizzato da Cnv. Rivolto a ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori, dal 2003 ad oggi il progetto ha coinvolto 74mila studenti toscani e oltre 2200 associazioni di volontariato.

Questi e molti altri progetti sono raccolti nella banca dati Redle della Regione Toscana: oltre  1200 interventi di educazione alla legalità, alla solidarietà e alla cittadinanza, 221 quelli promossi o svolti in collaborazione con associazioni. Un’altra banca dati molto ricca è quella del Comune di Firenze “Le chiavi della città”, dedicata ad interventi nelle scuole elementari e medie fiorentine. Ad oggi sono oltre 250, ben 39 coinvolgono scuole dell’infanzia e 69 sono gestiti o organizzati in collaborazione con associazioni del territorio.

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