Nel 2008, in collaborazione con il Comune di Firenze e Arcilesbica, avete avviato in 60 classi medie inferiori il progetto “Da Giove e Giunone a Barbie e Ken” dedicato al bullismo omofobico e alle discriminazioni di genere. Come si articola il progetto e come è nata l’idea?Il progetto nasce dall’intuizione di inserire l’omofobia all’interno di un tema più ampio: gli stereotipi di genere ossia quell’insieme di idee e credenze su come, per la cultura dominante, dovrebbero comportarsi uomini e donne. Quello della scuola è un ambito per noi molto importante perché è proprio tra i banchi di scuola che gay, lesbiche e trans iniziano a sentirsi ‘diversi’. Le nostre soggettività sono fortemente condizionate dagli stereotipi di genere e da una società strutturata in modo rigidamente binario e un tema come l’omofobia non può essere trattato senza parlare di razzismo e maschilismo, senza smascherare gli stereotipi quotidiani. Il progetto si articola in quattro incontri con gli studenti, realizzati in ogni classe dagli psicologi di Ireos, preceduti da un colloquio con l’insegnante allo scopo orientare il conduttore a mettere a fuoco gli aspetti che possono interessare lo specifico di ogni classe.
Quali metodologie usate? Avete previsto anche un lavoro con gli insegnanti?
Il percorso utilizza prevalentemente tecniche non formali come giochi, esercitazioni e lavori in piccoli gruppi, una serie di attività che divertano le ragazze ed i ragazzi, favorendo al tempo stesso il confronto e la discussione. Il nostro pezzo forte è il gioco “Io Si, Io no” che costringe gli studenti a vivere sulla propria pelle l’essere parte di una maggioranza o di una minoranza, osservando le dinamiche con cui, in modo spontaneo ed apparentemente innocuo, ci si prende in giro e si discrimina. Ma il progetto si concentra anche sul linguaggio televisivo. E’ la tv infatti che rafforza e consolida gli stereotipi di genere. Abbiamo prodotto un video, nel quale sono montati spezzoni di tv ‘spazzatura’, pubblicità, cartoni animati e cinema. L’alleanza con gli insegnanti è centrale ed è importante che i temi presentati siano ripresi anche durante la didattica istituzionale. Per la formazione degli insegnanti abbiamo realizzato, attraverso Coop 21, il progetto europeo M&F - Maschi e Femmine e siamo stati coinvolti dall’Università di Firenze nel programma Uguadi – Uguali ma diversi.
Ad oggi avete coinvolto 1500 studenti dagli 11 ai 14 anni. Come è stata la loro risposta?
Molto positiva, sia in termini di adesione da parte degli insegnanti che di entusiasmo degli studenti e sono incoraggianti anche i risultati della ricerca. La Facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze, che supervisiona il progetto, ha evidenziato come, dopo l’intervento, aumenta nelle ragazze e nei ragazzi la conoscenza degli stereotipi di genere con un’attenzione particolare a quelli imposti dai media.
Da quest’anno anno sperimenterete il progetto anche nelle scuole dell’infanzia. Perché questa scelta? I bambini a quell’età non sono troppo piccoli?
Sono tanti gli studi che testimoniano che gli stereotipi di genere si consolidano fin dai primi anni di vita. Quanti di noi - e non solo gay, lesbiche e trans - da piccoli sono stati rimproverati per un comportamento troppo da ‘femminuccia’ o da ‘maschiaccio’ o hanno provato disagio nell’indossare un vestito che non avevano scelto? La scelta di lavorare con le scuole per l’infanzia nasce da una richiesta specifica di un gruppo di insegnanti fiorentine. Ireos è la prima associazione Lgbt (lesbica, gay, bisex e trans) che interviene in Italia nella scuola dell’infanzia. Sicuramente non lo è in Europa dove ci sono Paesi dove l’educazione sessuale e alle differenze fa parte da anni dei programmi scolastici. Del resto si sa, il volontariato è anche sperimentazione ed innovazione. A maggior ragione in un Paese come l’Italia.
Associazione Ireos
Via de' Serragli 3 (Ponte alla Carraia) - Firenze
Tel. 055216907 - info@ireos.org
www.ireos.org