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Sul web alla ricerca di nuovi volontari

Il 66% dei giovani boccia le strategie comunicative delle associazioni

Elevato turn over, discontinuità nella disponibilità dei volontari e difficoltà a reclutarne nuovi, soprattutto giovani. Queste le principali ‘sofferenze’ che lamentano le organizzazioni di volontariato, oltre ovviamente alla scarsità delle risorse economiche. Ma c’è di più.

Secondo la recente indagine Il volontariato inatteso, promossa da Cesvot e condotta da Andrea Salvini e Luca Corchia dell’Università di Pisa, il 68% degli studenti toscani si avvicina al volontariato grazie ad amici, familiari ed insegnanti, mentre il 17% afferma di aver deciso ‘da solo’ e soltanto 5,3% dichiara di aver scelto grazie a campagne pubblicitarie, depliant o internet. La gran parte dei giovani toscani, infatti, boccia le strategie comunicative delle associazioni: il 66% le giudica ‘poco o per niente’ coinvolgenti. Tuttavia il 76% vorrebbe ricevere maggiori informazioni sulle attività delle organizzazioni di volontariato.

Ma non solo i giovani conoscono e si avvicinano al volontariato grazie al passaparola. Dal Report Non Profit 2012, promosso da Vita Consulting e realizzato da Contactlab, risulta che il 69% di tutti gli intervistati è venuto a conoscenza della possibilità di svolgere volontariato da amici e parenti. Come osserva Luca Corchia nel volume Cesvot Il volontariato inatteso, “quella comunicativa è una partita che il volontariato deve ancora cominciare a giocare seriamente se intende allargare i propri confini”. Ed è, infatti, soprattutto su questo aspetto che insistono Stefano Martello e Sergio Zicari nel volume pubblicato da Cesvot “L’accoglienza dei volontari nel Terzo Settore” (leggi l’intervista).

 


Tra gli strumenti che oggi le associazioni possono utilizzare ci sono senz’altro internet e i social media. Non mancano, infatti, le piattaforme digitali pensate proprio per favorire il reclutamento di volontari, come Melpyou, il portale ‘per chi cerca e offre aiuto’ di cui abbiamo parlato recentemente, oppure siti che coniugano campagne di sensibilizzazione a veri e propri servizi online di orientamento e ricerca volontari.

Alcune di queste esperienze nascono grazie all’impegno dei Centri di servizio per il volontariato, come il portale romano Trovavolontariato.it oppure le iniziative “Volontari per un giorno” e “Rov – Rete di orientamento al volontariato” del Ciessevi di Milano (leggi l’intervista a Marco Pietripaoli).

E la rete può fare la differenza anche in caso di emergenze sul territorio. Pochi giorni dopo il sisma in Emilia, il Centro servizi per il volontariato di Modena ha attivato il sito Volontariamo&Terremoto per raccogliere e gestire offerte di beni e denaro ma anche e soprattutto ‘offerte di volontariato’. Dal 30 maggio di quest’anno il sito ha raccolto la disponibilità a fare volontariato nelle zone terremotate di circa 7.200 persone provenienti da tutta Italia.

Altre piattaforme, invece, come Roma Altruista e Milano Altruista (lanciate dal network americano Handson in collaborazione con Informatici senza frontiere), promuovono il volontariato e la ricerca dei volontari guardando anche al cosiddetto ‘volontariato aziendale’ o ‘volontariato d’impresa’. Come ha scritto Chiara Castri, sebbene in Italia questo tipo di volontariato sollevi perplessità e sia ancora poco diffuso,potrebbe essere un’opportunità per aprire nuove frontiere dell’impegno volontario senza necessariamente snaturarne il significato”.

Un strumento efficace per avvicinare le persone al volontariato e comunicare in modo coinvolgente la propria realtà associativa è, infine, quello dello “storytelling”: il racconto di storie attraverso testi, immagini e video che, grazie alla rete, possiamo ‘condividere’ e ‘moltiplicare’. Qualche esperienza cominciamo a vederla anche in Italia, ad esempio con le storie di volontari proposte da Anpas nel video “Questa è l’Aquila”, nello spazio web Gente d’Anpas o nei blog su Vita e CheFuturo! (leggi l’intervista ad Andrea Cardoni).

Agire-Agenzia italiana risposta emergenze, organizzazione che raccoglie 11 ong italiane, ha invece lanciato Bloggaperagire: una sorta di “call for action” che raccoglie su base volontaria 40 professionisti disposti a farsi portavoce in rete delle campagne dell'organizzazione. Affrontando un’emergenza alla volta, i 40 ‘blogger volontari’ sostengono l’attività di Agire con un’azione capillare di diffusione di informazioni sui paesi colpiti dall’emergenza.

 

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