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Richiedenti asilo: il Libro Bianco sull'accoglienza in Toscana

Il documento di Regione e Anci sulle buone pratiche e il sistema di governance regionale

Attualmente in Toscana sono ospitati 12.763 migranti nell'ambito di 864 strutture a cui vanno aggiunti gli oltre 900 accolti nei centri Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Le strutture hanno una media di 14 migranti ospitati. Questi e altri dati sono contenuti nel "Libro bianco dell'accoglienza ai richiedenti asilo politico e protezione internazionale" presentato da Regione e Anci Toscana lo scorso 14 luglio.

Come si legge nel comunicato stampa diffuso in occasione della presentazione, il Libro Bianco "è il frutto di un percorso di condivisione e partecipazione cui hanno preso parte tutti gli attori dell'accoglienza: oltre a Regione e comuni, associazioni di volontariato, parti sociali, università  e enti gestori". 

Scopo del documento è presentare  i principi e i requisiti del sistema di accoglienza toscano e definire un nuovo modello di governance"che mette al centro il territorio, favorisce l'accoglienza diffusa, incoraggia l'aggregazione dei comuni, stabilisce gli standard minimi di accoglienza e propone politiche integrate, mettendo quindi  insieme tutte le esigenze fondamentali del migrante, dai bisogni socio-sanitari alla formazione linguistica e lavorativa".

Il Libro Bianco nasce dall'analisi di circa 200 progetti di accoglienza censite grazie a 120 questionari compilati da altrettanti responsabili di progetti di accoglienza in tutta la Regione. In particolare sono stati mappati i progetti di accoglienza promossi da 26 associazioni e ong e 17 cooperative ed enti non profit

Sul sito di Open Toscana è disponibile il database completo. Qui una tabella riepilogativa:

I principi della politica di accoglienza
Sono 7 i principi individuati dal Libro Bianco come capisaldi di tutta la politica di accoglienza. Si parte dal principio che il fenomeno migratorio è strutturale e non emergenziale e per affrontarlo stabilmente occorre costruire politiche di ampio respiro indirizzate verso un obiettivo: la coesione sociale. Per far questo occorre riconoscere nel migrante la persona, rafforzando i servizi volti a far fronte alla vulnerabilità della sua situazione e promuovendo azioni per creare relazioni tra persone accolte e comunità accogliente. Nella creazione di queste politiche programmate e stabili il ruolo centrale deve spettare al soggetto pubblico; accanto a esso perno del sistema devono essere i territori attraverso il tessuto istituzionale e sociale (associazioni di volontariato, terzo settore, associazioni di categoria). Infine si propone la promozione della cooperazione territoriale internazionale come strumento di rafforzamento delle relazioni con i Paesi di origine e quindi come parte del sistema di accoglienza.

La centralità dei Comuni
Come si legge nel Libro Bianco, "il modello toscano vuol stimolare i Comuni e le realtà sociali presenti sul territorio a aggregarsi per partecipare alla gestione dell'accoglienza" e, privilegiando la stipula di convenzioni dirette tra Prefetture e istituzioni sovracomunali (Province, Unioni di comuni, Circondari, Società della Salute) o tra Prefetture e Comuni capoluogo, punta ad assegnare al soggetto pubblico territoriale il ruolo di regìa, indirizzo e coordinamento dei servizi di accoglienza straordinaria. Nel documento si propone la redazione di un "modello di capitolato unico regionale per i servizi di accoglienza" in modo da garantire standard omogenei su tutto il territorio e da innalzarne la qualità generale e valorizzare le realtà del terzo settore presenti sul territorio.

Verso una politica integrata dell'accoglienza
Il Libro Bianco si concentra poi sulla costruzione di una politica integrata dell'accoglienza che si fondi su tre fulcri principali:

  1. L'affermazione del valore dell'istruzione di base e della conoscenza delle lingua italiana come requisito per la tutela dell'individuo  (la formazione linguistica è il primo passo perché le persone accolte possano interagire con le comunità locali e inserirsi in modo positivo nel tessuto sociale con cui entrano in contatto).
  2. Il riconoscimento dell'importanza dell'inserimento socio-lavorativo delle persone accolte, in quanto strumento per l'emancipazione dal sistema di accoglienza e occasione per maturare esperienze e competenze che potenzialmente possono essere spese nel paese di origine in caso di rimpatrio. Per favorire l'inserimento socio-lavorativo si ritiene necessario potenziare gli strumenti per la formazione professionale.
  3. Una riposta adeguata ai bisogni socio-sanitari. All'interno del Libro Bianco si punta da una parte ad individuare un percorso chiaro ed uniforme per l'accesso e la presa in carico dei servizi e dall'altra a qualificare - attraverso la definizione di specifici percorsi formativi - il personale deputato all'accompagnamento, alla diagnosi e alla cura delle persone accolte, con strumenti di rinforzo al dialogo interculturale.

Scarica il "Libro bianco sull'accoglienza" dal sito di Open Toscana.

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