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Quando la comunicazione social è sinonimo di accessibilità

Intervista ad Amir Zuccalà, Ente nazionale sordi

Facebook, Messenger, Skype, YouTube e più in generale la comunicazione digitale hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione per la comunità sorda. Come mostrano studi anche italiani, queste nuovi strumenti di comunicazione permettono alle persone sorde, soprattutto giovani, di acquisire nuove competenze, scoprire nuove forme di espressione di sé, migliorare la propria socialità, abbattere le barriere con gli udenti.

Anche le associazioni impegnate nella promozione dei diritti delle persone sorde hanno saputo cogliere questa opportunità: grazie ai profili social, ai video blog, alla messaggistica le associazioni hanno ampliato moltissimo il proprio raggio di azione dentro e fuori la comunità sorda. Tra queste c’è senz’altro Ens – Ente nazionale sordi, la più antica associazione di sordi in Italia, fondata nel lontano 1932 e con sedi in tutto il Paese. Ens non solo sfrutta da tempo tutte le potenzialità della comunicazione digitale ma è anche molto attenta a proporre e sollecitare un uso consapevole di questi strumenti. Per saperne di più abbiamo intervistato Amir Zuccalà dell’Ufficio Studi e Progetti di Ens.

Perché per le persone sorde i social, la messaggistica istantanea e tutta la comunicazione digitale sono una sorta di “rivoluzione nella rivoluzione”?

Sì, è vero è così e non solo grazie ai social network. La ‘rivoluzione’ è iniziata con l’avvento dei cellulari e ora di smartphone e tablet: grazie a questi strumenti le persone sorde riescono a comunicare molto più agevolmente perché possono usare messaggi testuali e videocomunicazione. Soprattutto se i due interlocutori utilizzano la Lingua dei segni (Lis) la comunicazione è paritaria e diretta. Pensiamo, ad esempio, a strumenti come Imo, Skype, Oovoo, Facetime che le persone sorde usano per lo scambio face-to-face.
Interessante è anche l’uso che si fa dell’invio di video registrati, che possono essere scaricati e guardati successivamente. Tutte queste piattaforme consentono alle persone sorde di creare dei forum di discussione tramite video in Lingua dei segni, che commentano video precedenti e creano una discussione virtuale accessibile. Facebook è divenuto un luogo importante per la condivisione di informazioni e iniziative, anche se l’altro lato della medaglia è il rischio che possano circolare di informazioni poco attendibili e verificate.

Per alcuni studiosi, l’uso dei social network è utilissimo anche per promuovere le competenze linguistiche delle persone sorde e per favorirne l’integrazione sociale. Anche sulla base dell’esperienza maturata da Ens, cosa ne pensa?

Per le persone sorde è interessante lo scambio linguistico, che avviene primariamente in lingua dei segni. Vi sono vere e proprie discussioni su temi di attualità ma anche analisi di specifici segni o modi di dire, nelle quali ciascuno esprime la propria opinione sul corretto utilizzo di forme linguistiche in base al contesto, ad esempio. Periodicamente si assiste inoltre a “catene” di video, una delle più note prevedeva il commento sui propri segni preferiti, che hanno però originato anche una digressione sulla nascita storica di determinate espressioni in lingua dei segni, l’utilizzo di un certo “lessico familiare”, la correlazione tra segni e l’esperienza a scuola e negli istituti specializzati.
Sicuramente questo fenomeno linguistico-sociale crea maggiore visibilità della sordità, evidenzia difficoltà ma anche potenzialità delle persone sorde e favorisce inclusione, in quanto in alcuni gruppi partecipano sia persone sorde che udenti, interessati ad es. agli aspetti linguistici della comunità sorda.

In che modo le persone sorde usano la comunicazione social e web? In cosa il loro uso è diverso o simile a quello delle persone udenti?

La sordità è un mondo vario e complesso, di base i social vengono utilizzati in maniera analoga a quella degli udenti, ovvero per postare proprie esperienze, commenti, foto, condivisioni. Troviamo poi discussioni in gruppi specifici, come il gruppo Facebook sulla Lingua dei Segni coordinato da Claudia Bianchini che è molto seguito e ben organizzato, quello dell’ASI-Affrontiamo la Sordità Insieme che tratta di aspetti per lo più legati alla vita quotidiana e alla protesizzazione.
Ma non mancano gruppi di discussione dedicati all’arte, al teatro e tutto ciò che concerne la letteratura in lingua dei segni, l’attualità e anche la politica. La vera forza della comunicazione digitale, dei social network e dei siti web è la possibilità di condividere video che per le persone sorde non è solo motivo di divertimento ma anche e soprattutto strumento di trasmissione di contenuti accessibili.

L’Ente Nazionale Sordi offre un bell’esempio di come un’associazione possa usare la comunicazione social: oltre ai profili Facebook, Twitter e Google+, siete attivissimi su Youtube e anche su Telegram. Come si caratterizza la vostra comunicazione digitale e come usate i canali social?

La nostra pagina Facebook viene utilizzata come finestra istituzionale ma con un approccio social, per informare su eventi, iniziative, campagne di sensibilizzazione, condivisione di esperienze e per raccontare eventi trascorsi. Affiancata a Twitter diviene veicolo per fare network con altre realtà attive nel mondo della sordità, dell’associazionismo e del terzo settore, ma anche per stimolare e coinvolgere le istituzioni. E’ il caso delle Olimpiadi di Rio. All’inizio le gare trasmesse dalla Rai non erano sottotitolate: grazie ad una protesta portata avanti sia attraverso interventi istituzionali che sui social, alla fine i sottotitoli sono comparsi anche se in ritardo.
Telegram e Whatsapp, ma anche il sito web www.ens.it, sono invece strumenti con cui fare broadcasting di notizie: su queste piattaforme possiamo sfruttare il fatto di arrivare direttamente sui dispositivi dei cittadini sordi anche con video in Lingua dei Segni Italiana sottotitolati e andare incontro alle esigenze di tutti con foto, link ipertestuali, ecc. Sul nostro canale Telegram, come hanno iniziato a fare anche alcune pubbliche amministrazioni, divulghiamo notizie accessibili e comprensive con video, foto e link a siti web. Al canale sono iscritte ben 1256 persone.
Infine il canale Youtube lo utilizziamo in modo “classico”, ovvero come piattaforma di pubblicazione di video: qui pubblichiamo video in Lis sulla nostra attività associativa, sia a livello nazionale che locale, ma anche spot di comunicazione sociale e video che offrono alle persone informazioni utili, ad esempio abbiamo pubblicato un video su come rinnovare la patente di guida. Anche il settore che si occupa di giovani, il Cgsi (Comitato Giovani Sordi Italiani) ha propri canali informativi web e social attraverso cui promuove le iniziative, i campi, le vacanza studio e altri eventi.

Una ricerca su sordità e social network, realizzata da due studiose milanesi, ha lanciato un allarme preoccupante: dai dati raccolti sembra, infatti, che su Facebook i ragazzi sordi siano più portati ad accettare la richiesta di amicizia anche da persone non conosciute e che abbiamo una percezione più bassa del rischio insito nel pubblicare in rete informazioni personali. Che ne pensa di questi dati, crede anche lei che i giovani sordi siano più esposti ai pericoli della rete?

Le persone sorde rappresentando una fascia ‘debole’ della popolazione, a causa delle difficoltà di accesso alla comunicazione e all’informazione, e sono sicuramente più a rischio di altri utenti della rete, soprattutto le fasce d’età più giovani ma anche gli anziani. E’ quindi necessario sensibilizzare e formare le persone sorde costantemente sull’uso delle nuove tecnologie, sia dal punto di vista del “saper fare” che rispetto alla tutela della privacy e alla sicurezza in rete.
Proprio a tal fine Ens sta lavorando ad un progetto, co-finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, denominato “GenerAzione. Storia, valori e new media: un viaggio-incontro tra generazioni per la crescita continua dell’Associazione”.
Grazie a questo progetto ci occuperemo sia della trasmissione ai giovani sordi dei valori e saperi interni all’associazione, sia della realizzazione di incontri formativi per tutte le fasce d’età, in particolare i più piccoli, su tutto il territorio nazionale dedicati proprio ai rischi della rete e dei social network, al cyber-bullismo, alla tutela della privacy. Scopo del progetto è proprio quello di consentire a tutti un uso migliore, più consapevole e sereno degli strumenti di comunicazione digitale.

 

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