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La campagna del mese

L’Italia sono anch’io

Che tema! Questo mese commentiamo la campagna “L’Italia sono anch’io”, campagna per dare la cittadinanza ai ragazzi nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri, e per introdurre il diritto di voto (alle elezioni amministrative) ai cittadini che lavorano e vivono in Italia regolarmente da più di cinque anni.

Due elementi fondamentali meritano da soli la segnalazione su Pluraliweb: l’uso dei colori e la presenza dei loghi nella comunicazione. I colori sono fondamentali, e sulla loro teoria si studia per anni; la coerenza dei colori nei prodotti, nei packaging, nei logotipi, è uno degli esercizi di rigore grafico più importanti, e nella sua semplicità il più difficile.

Non è un caso che esista una azienda (Pantone) che si occupa principalmente di tecnologie per la grafica e la catalogazione dei colori, divenuto standard internazionale. Tra professionisti di comunicazione, ci si confronta nella scelta del Pantone più adeguato a rendere il colore atteso (immaginate di quanti arancioni possa essere colorato un sole, di quanti verdi sia composto un prato, per non parlare dell’infinità di azzurro-cielo e dei Pantone rosa di un vestitino della Barbie).

In una iconografia imperante, che utilizza il colore della bandiera per blandire il consumatore all’insegna del Made in Italy (spesso con vere forzature), in questa azione di comunicazione il colore della bandiera mescolato al nero delle “differenze” diventa invece un contro-segnale iconografico, che serve a far riflettere i cittadini italiani sull’importanza della cittadinanza come valore, come diritto, come legame.

Questa iconografia potrebbe anche infastidire, facendo ricordare la bandiera degli Emirati Arabi, della Siria o di altri paesi che hanno questi 4 colori nella loro bandiera (anche la Palestina…), ma la forza della scelta è proprio tutta qui. Vedere i tre colori nazionali (verde, bianco e rosso a partire dall’asta) mescolati con il nero induce immediatamente ad una lettura distorta, diversa, e perciò stesso ‘attenzionale’, inquadrando un nuovo territorio simbolico al quale aderire, una nuova bandiera da esibire, da difendere, da validare.

Il secondo elemento è il ruolo dato alle entità che appoggiano la campagna: il tappeto di logotipi delle varie associazioni culturali, sindacali, dei movimenti, etc., è insieme elemento di validazione istituzionale, ma anche una interessante chiazza di colore; date le dimensioni dei loghi stessi, non favorisce una lettura univoca ma ne fa sentire il peso istituzionale proprio in forza di questa unità simbolica, unità che i colori finiscono per rappresentare.

Attenzione quindi all’uso dei colori, ed ai loghi di chi sostiene le vostre iniziative: i colori devono essere univoci e per quanto possibile sempre uguali nel tempo, coerenti con la vostra identità, mentre i loghi possono essere presenti se in grado di “aggiungere senza togliere”.

Alla prossima e… fate pubblicità.

Ps. L’Italia sono anche le mie figlie Sara e Gaia, che sono nate in India… ma aspirano le C!!

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