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Non solo numeri

Lavoratori disabili: pochi e precari

L'allarme della VII Relazione al Parlamento sull’attuazione della legge 68/99

La VII Relazione al Parlamento sull’attuazione della legge per il diritto al lavoro dei disabili (legge 68/99) presentata recentemente dal Ministero del Lavoro non lascia dubbi: nel nostro Paese la crisi economica e occupazionale, oltre a mettere a rischio i servizi socio-sanitari per le persone con disabilità, sta minando profondamente ogni possibilità di integrazione lavorativa.

Per le persone con disabilità il lavoro è ormai un miraggio. Oggi in Italia i lavoratori disabili sono 200mila ma gli iscritti al collocamento sono 680mila (al 31 dicembre 2013) e appena 18mila quelli avviati al lavoro nel 2013, nel 2011 erano oltre 22mila. Ma si riduce anche il numero di disabili che si iscrivono al collocamento: nel 2011 erano 65.795, nel 2013 68mila. E non solo. Quel poco lavoro che c’è è precario, anche per le persone disabili: i contratti a tempo determinato sono passati dal 51,6% del 2006 al 35,1% del 2013; quelli a tempo determinato sono passati dal 30,6% del 2008 al 57,7% del 2013.

Se poi guardiamo ai dati in un’ottica di genere scopriamo che le donne con disabilità sono le più colpite dalla crisi occupazionale perché trovano con più difficoltà un impiego e tendono a iscriversi sempre meno al collocamento. A ciò si aggiunge che sono sempre più le richieste avanzate dai datori di lavoro di esonero o sospensione dagli obblighi di assunzione delle persone con disabilità: nel 2013 sono state 4600 le autorizzazioni (il 95% delle richieste) per un numero complessivo di oltre 10mila posti di lavoro.

D’altra parte da tempo le associazioni lamentano l’inefficacia delle sanzioni previste per chi non rispetta la legge 68/99 sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Le sanzioni sono esigue, solo 172 nel 2013, e poco efficaci, dal momento che le aziende sopra i 15 dipendenti preferiscono pagare le multe piuttosto che assumere, soprattutto oggi che la crisi del lavoro sta toccando le sue punte più alte. E i posti di lavoro per le persone disabili ci sarebbero: ben 41 mila i posti ‘scoperti’ tra pubblico e privato.

Alla crisi occupazionale si aggiungono i tagli. La Relazione dedica al tema uno specifico capitolo, evidenziando la continua riduzione di risorse del Fondo nazionale per i diritti al lavoro dei disabili: nel 1999 (anno di istituzione) ammontavano a oltre 52 milioni, nel 2013 a 12.590.000 euro. Per fortuna la “politica dei tagli” non è passata inosservata agli occhi della Corte di Giustizia Europea che nel luglio 2013 ha richiamato ufficialmente l’Italia per l’inadempienza nel garantire l’integrazione lavorativa delle persone disabili.

aipdIn questo quadro il mondo del volontariato e del terzo settore cerca, pur in mezzo a mille difficoltà, di offrire una risposta creando concrete opportunità di lavoro per le persone disabili. Come evidenzia anche lo studio condotto da Federsolidarietà nel 2012, su 15mila lavoratori ‘svantaggiati’ impiegati in cooperative sociali la metà sono persone con disabilità. Il loro numero rappresenta il 7,5% di tutti i lavoratori disabili. E spesso quei posti di lavoro nascono proprio da progetti promossi da associazioni di volontariato.

Come il progetto “Lavoratori in corso” dell’Associazione Italiana Persone Down di Pisa che raccontiamo qui o, sempre a Pisa, l’attività che da qualche anno svolge l’associazione L’Alba, grazie alla quale sono nati un ristorante, un bed&breakfast e uno stabilimento balneare tutti gestiti da utenti dei servizi di salute mentale del territorio. E proprio L’Alba organizza venerdì 5 dicembre un importante convegno su impresa sociale e integrazione lavorativa delle persone con disabilità intellettiva, nel corso del quale verranno presentate esperienze da tutta Italia.

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