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Il tema

La politica dei volontari

Disagio mentale, stigma, pregiudizi, autostima, i familiari, i diritti, le istituzioni, ma anche esperienze personali, sofferenza, intelligenza ed impegno.

Avvicinarsi alla malattia mentale e delineare su questo tema il progetto editoriale del mese è stata un'esperienza importante e commovente.
Tanto coinvolgente che anche gli aspetti formali del nostro giornale online si sono scomposti e ricomposti secondo un nuovo criterio.
Le foto hanno invaso la copertina così come l'associazione “L'Alba” di Pisa ha invaso il cuore ed i pensieri del nostro fotografo. Gli articoli hanno spesso raddoppiato la loro lunghezza ordinaria.

Il punto di partenza è stato un lungo incontro con Kira Pellegrini, presidente di una storica associazione pistoiese di familiari e persone con disagio psichico dal nome poetico e suggestivo “Oltre l'orizzonte”. Ci siamo lasciate guidare dai suoi racconti ma soprattutto dalla sua sapienza e dalla lucidità del suo punto di vista. Mentre la ascoltavo capivo quale apporto concreto possono dare i volontari alla politica del nostro Paese, spesso così distratta ed incapace.
Dentro questo volontariato c'è ancora un progetto di società per il quale vale la pena impegnarsi, lavorando ai fianchi le istituzioni e combattendo gli stereotipi con caparbietà e costanza.
Quando Kira immagina il futuro ha chiaro cosa perseguire e come. Le sono chiari obiettivi, strumenti e motivazioni. Sostenere l'autonomia, favorire l'integrazione dei servizi socio-sanitari, combattere lo stigma; le parole tornano ad essere politica perché parlano di cosa è necessario e giusto fare in modo comprensibile, concreto e realizzabile. Fuori dagli slogan e dall'inutile pratica di “dire a nuora perché suocera intenda”.
Ascoltarla mi ha rasserenata e consolata. Non tutto è perduto, mi sono detta.

Dice Diana Gallo, presidente de “L'Alba”, che il vissuto personale di malattia e guarigione di una persona, nella relazione di aiuto si trasforma in risorsa.
E penso quanto questo concetto, semplice e bellissimo, possa essere generalizzato fino ad estendere la capacità di inclusione, di utile inclusione, a tutte quelle persone che troppo spesso vengono confinate dentro “categorie sociali” di coloro da medicalizzare, da recludere o da escludere.

Vi auguro un'attenta lettura e… non trascurate di godervi le foto d'autore!!!
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