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La crisi che allunga la vita

La crisi economica sembra far tornare in auge il sistema del baratto e non soltanto per scambi interpersonali di oggetti che non servono più a qualcuno ma possono essere utili a qualcun altro: si parla di baratto anche per venire incontro alla crisi di liquidità di alcune aziende che per pagare i creditori svuotano i magazzini.

Il baratto è alla base del concetto del riuso, sistema con il quale si può andare controcorrente rispetto a quella che si chiama “obsolescenza programmata”, ovvero la programmazione fatta in fase di processo per cui difficilmente gli oggetti vanno ormai incontro ad usura ma più facilmente non rispondono più alle esigenze reali o guidate dalla pubblicità. E riutilizzare è senza dubbio un buon modo per allungare la vita agli oggetti prima di farli definitivamente diventare rifiuti urbani e destinarli quindi al ciclo che li porterà, infine, a smaltimento.

width=150Un ciclo ancora troppo poco virtuoso nel nostro paese, a partire da quanti rifiuti si producono; anche se dagli ultimi dati forniti dal rapporto Ispra, la crisi pare estendere i suoi effetti anche su questo settore e, per la prima volta, nel 2008 (ad eccezione del nord del paese) si è registrato un segnale in controtendenza rispetto all'anno precedente.
Così per la raccolta differenziata che risulta come percentuale media pari al 30,6%: ancora lontana dagli obiettivi che la normativa fissava per il 31 dicembre 2008 al 45%. Obiettivo, questo, che viene raggiunto nel Nord (al 45,5%) mentre il Centro con il 22,9% ed il Sud con il 14,7%, risultano ancora decisamente lontani, nonostante le buone performance di Toscana (33,6%) e Sardegna (34,7%).

Un passaggio obbligato quella della raccolta differenziata, strumento essenziale per ottenere buoni livelli di riciclaggio e, quindi, materie prime seconde per produrre nuovi oggetti da reimmettere sul mercato, i cosiddetti “riprodotti”. Che purtroppo, però, trovano ancora scarsa collocazione nonostante le leggi imporrebbero agli enti pubblici di inserire nei loro acquisti almeno il 30% di prodotti ottenuti da materiali riciclati.

Tra le operazioni di gestione post-raccolta per il riciclaggio di materia dall'ultimo rapporto Ispra, si legge che è aumentata la quota di compostaggio dei rifiuti da matrici organiche selezionate (circa 2,7 milioni di tonnellate di Rsu) e che sono aumentati gli impianti che diventano 229 operativi nel 2008 (154 nelle regioni del Nord, 38 al Centro e 37 al Sud). Un trend costante di aumento riguarda anche la digestione anaerobica, che raddoppia le quantità trattate, che passano da 231 mila a 439 mila tonnellate.

Ma la scarsa virtuosità del nostro paese si registra soprattutto nel dato che riguarda le quantità di rifiuti urbani che ancora vengono destinati alla discarica, che si conferma la forma più diffusa di smaltimento nonostante sia l'opzione meno adeguata dal punto di vista ambientale. Sono infatti 16 milioni le tonnellate di rifiuti, pari al 45% circa di quelli complessivamente gestiti, che ancora sono conferiti in discarica.

Lucia Venturi, direttore di Rifiuti Oggi.
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