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Come cambia il volontariato

Identità e bisogni del volontariato in Toscana a cura di Andrea Salvini del Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università di Pisa, è l'ultima rilevazione sul volontariato toscano messa in campo da Cesvot. La ricerca si è svolta dal settembre 2010 al gennaio 2011 ed ha coinvolto più di 800 organizzazioni di volontariato su tutto il territorio della regione.

Come sta cambiando questo mondo? Secondo Andrea Salvini “è soprattutto nelle associazioni di più recente costituzione, quelle nate negli ultimi 10 anni ed in particolare dopo il 2005, che noi possiamo cogliere la tendenza al nuovo del volontariato toscano”.

Aumentano le associazioni che si occupano di sociale ed avviene un fenomeno di ri-orientamento delle associazioni dal sanitario al sociale, anche in risposta agli effetti della crisi economica e della riduzione delle risorse disponibili per il welfare.

Si nota una nuova tendenza delle associazioni del sociale verso i temi della tutela e dell'advocacy, in particolare rispetto a beni ambientali, territoriali, culturali, di protezione civile e di volontariato internazionale. E' questo l'ambito che viene chiamato “no-Welfare”, il settore per la tutela dei beni pubblici in crescita anche in conseguenza della crisi della gestione del patrimonio ambientale e culturale che sta vivendo il nostro Paese.

Dal 2005 ogni 10 nuove associazioni, 7,5 scelgono di lavorare in ambito sociale e culturale. Il volontariato, inoltre, sceglie sempre più di concentrare la sua attenzione sui soggetti deboli e vulnerabili della società: minori, anziani, malati, immigrati, famiglie.

In questo quadro i volontari toscani sono sempre più disponibili a collaborare con le istituzioni pubbliche locali e regionali ma cambia la qualità di questa presenza. L'intesa fra associazioni ed enti pubblici non è più pensata come meramente funzionale. Il volontariato è portatore di una propria vision, è alla ricerca di complementarietà, di compartecipazione, di una “sfera pubblica allargata”, della messa in pratica del principio di sussidiarietà. I due terzi delle associazioni hanno convenzioni e/o collaborazioni con l'ente pubblico: il 57% con i Comuni, il 20% con le Province e con la Regione. L'83% delle associazioni del settore socio-sanitario con le Asl.

Vi è, inoltre, nel volontariato come nella società, una trasformazione di genere. Pur sussistendo una maggiore prevalenza di uomini, il 53% del totale, aumentano le associazioni dove è prevalente la presenza delle donne. In queste realtà troviamo sorprendenti diversità nelle caratteristiche delle associazioni: più dinamismo organizzativo ed innovazione; maggior livello di tensione “etico-politica”, maggiore disponibilità alla collaborazione istituzionale. Dunque queste associazioni mostrano una migliore combinazione dei caratteri tipici della modernità.

In Toscana sono circa 300.000 i volontari attivi distribuiti su 3209 associazioni così articolate: 1142, pari al 35% del totale, lavorano in ambito sociale; 931, pari al 29%, sono impegnate nel settore sanitario; 325 associazioni, circa il 10%, si occupano di cultura; 167 di protezione civile; 161 di difesa e tutela dell'ambiente; 384 di socio-sanitario; 35 di tutela e promozione dei diritti; 64 di volontariato internazionale.

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