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Choosy? Fai un passo avanti

Immaginate di trovarvi spalle al muro insieme a una trentina di vostri amici e la consegna di dover vestire, per una volta, i panni di un perfetto sconosciuto di cui ora, all'improvviso, diventate occhi e voce. Quelle due righe scarse strette nella mano sono il minimo copione, il canovaccio della vita che ora siete chiamati a interpretare. Il resto è immaginazione.

Dove e cosa mangia, quale musica ascolta e quale invece gli piacerebbe ascoltare. Quali locali frequenta, sempre che li possa frequentarli, l'orario della sveglia… E così un ragazzo diventa la fidanzata di un tossicodipendente, una ragazza una sinti, un’altra un calciatore, un altro ancora rimane semplicemente se stesso. Non ci sono limiti né confini all'immaginazione, una sola regola al gioco: fai un passo avanti ogni volta che descrivo un'azione che il tuo alter ego può concretamente compiere.

Andare al cinema una volta a settimana. Se puoi permettertelo fai un passo avanti, altrimenti resti dove sei. Se pensi che i tuoi diritti civili siano rispettati nel paese in cui vivi fai un passo avanti, altrimenti stai piantato su quella insopportabile mattonella che sembra incollata ai tuoi piedi.

Inizia così l'ambizioso progetto di quei 29 ragazzi dell'Ipsia “A. Pacinotti” di Pontedera, fino a formare, passo dopo passo, una ipotetica collocazione sociopolitica dei diritti umani. Almeno secondo l'idea che ognuno di loro si è fatto del personaggio interpretato.

Chi avanza, ovviamente, non può fare a meno di notare di tanto in tanto i reietti, i disperati, i fanalini di coda. Quelli che non possono rivelare la propria identità e giacciono ancora sulla prima mattonella che, man mano che il gioco continua, sembra sempre più insulsa, antipatica. Impertinente.

Qualcuno avrà sicuramente legato i lacci delle mie scarpe al pavimento, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui io non possa fare dei passi avanti per il semplice fatto di non aver ereditato una società quotata in borsa o di essere nato nel sud del mondo, cosa ben diversa dall'essere extracomunitario (extra che?), altrimenti ci sarebbero anche i canadesi su questa insopportabile mattonella o, che so io, gli svizzeri!

A un certo punto - pluff - i ragazzi escono dal personaggio e piombano sul vero progetto che hanno per le mani: diventare giornalisti del sociale, della solidarietà, della cittadinanza attiva, del volontariato! Fare informazione sociale e scrivere di volontariato non è un compito semplice, farlo dentro la preziosa cornice di Pluraliweb è ancora più complesso. Il progetto è innegabilmente molto ambizioso per dei ragazzi e delle ragazze di 16-17 anni. Ma niente è impossibile, a parte frenare l'entusiasmo di un giovane motivato.

EventoOggi, dopo una giornata formativa brillantemente condotta dalla redazione della rivista, a quelle ragazze e quei ragazzi spetta il gravoso compito di gratificare le aspettative di chi, come noi – noi di “Scuola e Volontariato”, di Cesvot, della scuola e del mondo delle associazioni - crede profondamente nel progetto. In questo progetto. Non ci resta che ringraziare la redazione di Pluraliweb e gridare forte “in bocca al lupo” a chi si cimenterà in questa impresa, insegnanti comprese.

Letteralmente Choosy si traduce con 'selettivo', 'fastidioso'.
Cari ragazzi, nei prossimi mesi avrete il compito di scrivere e raccontare.. Vi auguro di saper essere profondamente selettivi nelle strade che sceglierete di battere, e diventare fastidiosi giornalisti alla ricerca delle motivazioni profonde che animano il meraviglioso mondo della solidarietà attiva. Un passo avanti lo avete già fatto. Forte.

Gabriele Pardo è operatore del progetto Scuola e Volontariato in Toscana.

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