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Graziano e Mohamed sono una delle coabitazioni create da Refugees Welcome Italia Onlus, associazione in prima linea nella promozione dell’accoglienza in famiglia dei rifugiati

Refugees Welcome Italia Onlus è un’associazione apolitica, costituita l’11 dicembre 2015 che fa parte del network europeo Refugees Welcome International, fondato a Berlino nel 2014. Il network italiano di Refugees Welcome nasce nel dicembre del 2015 e ad oggi è diffuso in 30 città italiane in 15 regioni con 160 convivenze attivate e 200 attivisti sul territorio.  L’associazione promuove un cambiamento culturale legato ad un nuovo modello di accoglienza, con la convinzione che l’ospitalità in famiglia sia il modo migliore per facilitare l’inclusione sociale dei rifugiati nel nostro Paese e per combattere pregiudizi e paure.

Uno dei momenti più critici del percorso di inclusione è quello in cui la persona, una volta ottenuto lo status di rifugiato o altra forma di protezione, deve lasciare il sistema di accoglienza, senza aver però sviluppato una adeguata rete sociale di sostegno. Per questo motivo, Refugees Welcome Italia offre ospitalità a coloro che, ottenuto lo status di rifugiato, sono in uscita dai centri di accoglienza, ma non sono ancora pienamente indipendenti e rischiano di trovarsi in una dimensione di marginalità. Fra questi, i più vulnerabili sono i neo maggiorenni. Si tratta di ragazzi stranieri arrivati in Italia da minorenni, soli, senza famiglia al seguito. Generalmente vengono accolti in centri dedicati, dove iniziano un percorso di integrazione che rischia di essere bruscamente interrotto al compimento della maggiore età, quando sono costretti a lasciare queste strutture per andare nei centri per adulti.

Graziano vive a Empoli e si occupa di cooperazione internazionale. La sua esperienza lo ha portato a vivere in Africa e America Latina. “Ho conosciuto tante situazioni di povertà, lavorando in prima persona per immaginare e costruire nuove opportunità. Ho conosciuto il progetto di Refugees Welcome su Internet. In quel periodo mi trovavo in Guatemala per un progetto e ho pensato di cominciare questo esperienza una volta tornato in Italia. Ho dato la mia disponibilità per ospitare un ragazzo neo maggiorenne che aveva bisogno di accompagnamento”.

L’associazione decide di creare la coabitazione tra Graziano e Mohamed, che arriva a soli 16 anni in Italia dalla Guinea. Una volta arrivato in Toscana Graziano diventa subito il mentore di Mohamed, lo aiuta a scrivere al computer per esercitarsi con l’italiano, lo affianca nella nuova vita che si appresta a vivere, indagando su quelli che sono i suoi desideri, su quello che questo giovane ragazzo vorrebbe poter immaginare per la sua nuova vita. “Il percorso di convivenza è un percorso di vita. Così ho accompagnato Mohamed alla scoperta delle possibilità che aveva davanti, dalla scuola serale, alla ricerca del lavoro fino alle lezioni di guida qua in campagna, sul mio vecchio maggiolino degli anni Settanta” spiega Graziano.

“Ho contattato Refugees Welcome e ho trovato da subito un grande aiuto dalla loro squadra. L’incontro con Graziano ha cambiato la mia vita, adesso mi sento libero e posso finalmente studiare e lavorare. All’inizio è stato difficile per me ambientarmi in Italia ma Graziano è sempre al mio fianco, mi dà coraggio per fare tutto, solo mia madre mi dava lo stesso coraggio. Vorrei continuare sempre a studiare fino all’Università, vorrei diventare un ingegnere. Il mio più grande desiderio è continuare a lavorare per rinnovare il permesso di soggiorno a gennaio e così rimanere in Italia per costruire una nuova vita”, racconta Mohamed.

L’importanza di non essere soli per Mohamed è la grande forza di questo progetto che lo sta aiutando a creare, giorno dopo giorno, una nuova condizione di vita.

Non tutti hanno la fortuna di non essere soli e per questo mi sento fortunato. Vorrei dire a tutte le persone di aiutare chi ha bisogno perché è un gesto che cambia la vita. Chi riceve aiuto quando è solo ha la forza di trovare la giusta strada. Quando ho lasciato la Guinea cercando una vita migliore ho pensato che avrei fatto tutto quello che potevo per vivere in un paese dove ci fosse giustizia” aggiunge Mohamed.

Questa coabitazione solidale per Graziano rappresenta un arricchimento personale che consiglia di fare a tante altre persone.

 “Ho desiderato fortemente prendere parte a questo progetto avendo la disponibilità fisica e umana ad aprirmi ad un’esperienza del genere molto impegnativa e arricchente, perché mi sto facendo carico di un processo di inclusione che ha bisogno di accompagnamento, è come se fossi il padre di Mohamed. Ho ritenuto di fare la cosa giusta semplicemente perché ci sono persone che hanno bisogno di aiuto. Penso che la società debba aprirsi, non dobbiamo lasciare il processo di inclusione solo allo Stato, una società aperta può davvero fare la differenza”.

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