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Storie

Acqua, bene comune. Per una gestione virtuosa del servizio idrico

Intervista a Fiorenza Bettini, Forum Toscano Movimenti per l’Acqua

Molte sono le tappe che ha attraversato il movimento per l’acqua come bene comune. Perché nasce il Forum e quali sono oggi i suoi obiettivi? Quanti comitati e associazioni contate in tutta Italia e in Toscana?
Siamo quelli che vogliono l'acqua pubblica, quelli che credono che un bene universale fondamentale per la vita non debba essere affidato alle logiche del mercato e del profitto. Quelli che insieme alla più vasta coalizione sociale mai vista in questo paese e a milioni di cittadine e cittadini, hanno vinto i referendum per l'acqua bene comune del 12 e 13 giugno 2011. In Italia l’importanza della questione acqua ha raggiunto nel tempo una forte consapevolezza sociale e una capillare diffusione territoriale, aggregando culture ed esperienze differenti e facendo divenire la battaglia per l’acqua il paradigma di un altro modello di società.
Queste diverse realtà sociali hanno deciso di ritrovarsi per rendere più incisive le reciproche lotte in difesa dell’acqua come bene comune. Sono nati così cinque incontri nazionali itineranti che nel 2006 hanno portato alla nascita del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acquae all’elaborazione di una proposta di legge d’iniziativa popolare perla tutela della risorsa e della sua qualità, la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato e la sua gestione mediante strumenti di democrazia partecipativa. Ad oggi al Forum Italiano dei movimenti per l'acqua aderiscono oltre 80 reti nazionali e più di 1.000 realtà territoriali e centinaia di enti locali. Il Forum Toscano è composto da 20 comitati e circa 500 associazioni.

width=300A un anno dalla legge regionale sul sistema idrico e a pochi mesi dal referendum sull’acqua, a che punto siamo in Italia e soprattutto in Toscana?
Al referendum sull’acqua a giugno 2011 più di 27 milioni di italiani hanno votato, con un 95% di “Sì”, esprimendo pienamente la volontà di riportare l'acqua tra i beni comuni. Questo risultato ha reso nuovamente possibile in Italia la gestione del servizio idrico tramite enti di diritto pubblico. Un risultato che ha messo in allarme i poteri forti, che non solo non hanno dato seguito agli esiti referendari, ma hanno messo in atto ripetuti tentativi di cancellare quella vittoria. In Italia soltanto la città di Napoli ha avviato la trasformazione di Arin Spa in “Acqua Bene Comune Napoli”, azienda speciale di diritto pubblico.
La Toscana è stata la prima regione d’Italia a sperimentare la gestione mista pubblico/privata e oggi non accenna ad applicare i referendum. Ma non solo. I sindaci dell’ex Ato 2 Basso Valdarno lo scorso dicembre hanno votato a maggioranza la proroga di concessione al privato fino al 2026 (!). Su questo episodio il Forum Toscano nel marzo 2011 ha fatto ricorso al Tar; siamo in attesa della sentenza. A livello territoriale e nazionale, il Forum ha risposto con mobilitazioni e campagne. Prima fra tutte la campagna di “obbedienza civile” per sottrarre dalla bolletta la quota di profitto così come sancito dalla volontà popolare. Stiamo continuando inoltre a batterci per la ripubblicizzazione in tutto il Paese.

La Toscana risulta la regione più cara d’Italia nel tariffario del servizio idrico integrato e con una perdita nella rete che supera il 40%. A cosa dobbiamo questi record negativi?
L'attuale sistema di gestione mista pubblico/privato si sostiene solo aumentando costantemente le bollette e, quando non sarà più possibile, scaricando, in qualche modo, sulle risorse pubbliche gli investimenti più impegnativi (come chiede Cispel) per continuare a garantire  profitti ai privati. Anche noi ci siamo chiesti perché i gestori non investono per eliminare le perdite raddoppiando così la disponibilità di acqua. Perché la logica delle Spa è quella del profitto a breve termine; quindi sono possibili solo gli investimenti per opere che si ripagano nell'arco di pochi anni – altrimenti le banche non concedono mutui – e il recupero dell'intera rete di distribuzione è una grande opera, che richiede molti anni di recupero.

Servizi idrici pubblici, privati, a gestione mista, partecipata… ma come è davvero possibile garantire efficienza, qualità e controllo da parte dei cittadini sulla gestione e sui costi?
La Toscana è stata la prima ad attuare il passaggio dalla gestione interamente pubblica alla forma di Spa, prima a capitale totalmente pubblico e poi misto in partecipazione con società private. Il Forum Toscano nel 2004 ha elaborato e presentato una legge di iniziativa popolare sull’acqua che, successivamente, è diventata proposta di legge nazionale (2007). Questa legge oggi giace nei cassetti del Parlamento. All’interno ci sono le linee guida per una gestione virtuosa del servizio idrico, che prevede la partecipazione degli utenti e dei lavoratori del servizio alla programmazione e al controllo degli investimenti e della gestione, l’eliminazione del profitto e il reinvestimento degli utili, scongiurando la doppia struttura controllo-gestione che comporta l’aumento dei costi o il conflitto d'interessi.

Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua
www.acquabenecomunetoscana.it


 
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