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Servizi rivolti in prevalenza ai non soci in una Aps

Domanda: 

Come associazione Aps inizialmente i nostri servizi erano rivolti principalmente ai soci, poi il servizio verso i soci è diventato marginale rispetto a quello rivolto ai non soci.
E’ necessario che almeno parte delle persone che aiutiamo diventi socia?

Risposta: 

No, nella nuova definizione di APS (Associazione di Promozione Sociale), contenuta nel co. 1, art. 35 del D.Lgs. n. 117/2017 (Codice del Terzo Settore – CTS), non è stabilita una precisa quota di associati destinatari dei servizi, anche se il tratto identitario tipico di questa tipologia di ETS (Enti del Terzo Settore) rimane quello ‘mutualistico’, cioè di scambio di utilità sociali (in senso lato) tra associazione e i propri associati.

La norma citata prevede infatti che “Le associazioni di promozione sociale sono enti del Terzo settore costituti … per lo svolgimento in favore dei propri associati, di loro familiari o di terzi di una o più delle attività di cui all’articolo 5”. A mio avviso, quindi, non sarebbe legittima una APS i cui servizi fossero offerti esclusivamente a terzi (non aderenti).

Tuttavia, diversamente dalle ODV (Organizzazioni Di Volontariato), non è richiesto il rispetto di una condizione di ‘prevalenza’; infatti, il co. 1, art. 32 del CTS stabilisce che le attività di interesse generale di tali organizzazioni devono essere svolte “prevalentemente in favore di terzi”.

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