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Volontariato e Coronavirus. Il Report di Caritas sugli effetti della pandemia nel territorio fiorentino.

Giovedì 22 Ottobre 2020

Come ha reagito il mondo del volontariato per rispondere all’emergenza Covid-19? Questa la domanda al centro del quinto Report a cura dell’Osservatorio della Caritas di Firenze “La forza del volontariato durante i mesi dell’emergenza. Anche distanti possiamo restare uniti!”.

L’iniziativa è a cura dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse e nasce all’indomani della crescente domanda di aiuto causata dall’emergenza sanitaria per rilevare e rispondere alle situazioni di disagio e vulnerabilità del territorio.

Il Report di Caritas è una fotografia del mondo del volontariato con una particolare attenzione al periodo del lockdown. La sorpresa dei dati, raccolti con interviste a volontari sul campo e testimonianze di soggetti del Terzo settore, è che il timore del contagio non ha fermato la solidarietà, fino addirittura a registrare una crescita del numero di persone che hanno deciso di mettersi in gioco per le persone più fragili.

I numeri della Toscana sono importanti nell’indicare la crescente propensione al volontariato e infatti Il Report Caritas cita anche l’indagine di Cesvot a cura di Sociometrica, che stima in circa 450.000 le persone che fanno o hanno fatto volontariato.

Dal questionario realizzato dall’Osservatorio Caritas, che ha coinvolto un campione di 365 persone, (di cui il 24,5% ha iniziato a prestare servizio nel mese di marzo),  il 41,7% del totale sono giovani, emerge come tra le principali motivazioni vi sia proprio il forte desiderio di rendersi utili in una condizione di sostanziale impotenza generalizzata. Per molti, inoltre, la situazione di emergenza è stata vissuta come una sorta di attivatore nei confronti di una propensione al volontariato, rimasta fino ad allora in uno stato di latenza.

Ma cos’è accaduto a coloro che già prestavano servizio? Per Caritas l’impatto è stato diverso a seconda della condizione anagrafica. Per circa un terzo di volontari, indipendentemente dall’età, il servizio è proseguito ma è stato soggetto a limitazioni e cambiamenti, mentre per una quota significativa di adulti e ragazzi la situazione è rimasta pressoché invariata: i servizi presso cui operavano sono rimasti attivi e il loro impegno è continuato normalmente. È importante rilevare tuttavia, sottolinea ancora il Report, come tra i più giovani emerga una quota significativa di volontari che, proprio in una logica di sostituzione generazionale, ha intensificato il proprio impegno per compensare quella parte di senior (39,5%) costretti a rimanere a casa: per certi versi una solidarietà nella solidarietà, come afferma un giovane volontario: “Ho sentito la necessità di un impegno più continuativo”.

 Per quanto attiene invece l’analisi complessiva dei volontari che hanno risposto al questionario sia nuovi che storici, lo studio evidenzia come la maggior parte siano donne (il 61% del totale). La fascia d’età oltre i 60 anni rappresenta il 45,3% del totale. I giovani (sotto i 30 anni) e gli adulti (tra i 31 e i 60) sono invece rispettivamente il 12,3% e il 42,4%. Da un punto di vista lavorativo, gli occupati rappresentano il 44,2%; i soggetti in cerca di lavoro il 3,4%; gli inattivi il 52,3%. Tra questi va rilevato il 90% di pensionati tra i senior e il 53% di studenti tra i giovani al di sotto dei 30 anni.

 Quanto alle realtà in cui sono impegnati, nel 57% dei casi si tratta di volontari inseriti all’interno del mondo Caritas; nel 29% presso la Misericordia; mentre il restante 14% in altre associazioni presenti sul territorio regionale. La scelta rimanda infine a una dimensione valoriale; nel caso dei volontari Caritas al fatto che la povertà è sentita come una problematica cruciale rispetto alla quale “è utile che chi è dotato di maggiori risorse si spenda in prima persona”.

Riccardo Bonechi, direttore Caritas diocesana, sottolinea come questa iniziale criticità si sia poi trasformata in un’opportunità, “In una staffetta generazionale della solidarietà, che ha visto affacciarsi molti nuovi giovani volontari”. E conclude: “Adesso è importante trovare il modo per valorizzare entrambe le componenti del volontariato: unire tradizioni e nuove idee, competenze e conoscenze del passato con intuizioni del futuro, affinché tutti possano sentirsi partecipi di un percorso condiviso e costruire insieme risposte concrete per il nostro territorio, con l’intento di essere sempre più una Chiesa in uscita come ci ha indicato Papa Francesco”. 

Scarica il Report.

Foto di Federico Barattini marzo 2013 - volontari del Banco Alimentare della Toscana e associazione L'Aurora Onlus di Firenze

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