Contro l'accordo quadro in materia di trasporto sanitario che la Regione Toscana ha deliberato nel 2004, l'Italia ha evitato la condanna della Corte di Giustizia europea. L'origine del ricorso è dovuta a un reclamo da parte di un trasportatore privato. Ricordiamo che la Toscana affida i servizi di trasporto alla Confederazione delle Misericordie d'Italia, all'Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze e alla Croce Rossa Italiana, riconoscendo alle associazioni di volontariato interessate l'importanza delle attività svolte in ambito socio-assistenziale.
Tuttavia il ricorso contesta all'Italia l'inadempimento della direttiva 92/50/CEE sugli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, poiché la giurisprudenza europea dà un'interpretazione estensiva della nozione di appalto pubblico includendovi gli accordi quadro. Ciò comporta, secondo la Commissione europea, la necessità di pubblicare un bando di gara per l'aggiudicazione dell'appalto e la possibilità di far entrare anche gli enti profit nel 'mercato' dei trasporti di pubblica utilità.
Il ricorso della commissione è stato respinto perché non è stato provato che la convenzione per il trasporto sanitario supera i 200.000 euro, tetto massimo stabilito dalla direttiva europea. La sentenza mette comunque in discussione il prossimo convenzionamento sul trasporto sanitario toscano, che dovrà essere rinnovato nel 2009. Sta di fatto però, che l'interesse sulla questione si allarga al territorio nazionale, visto che anche altre regioni italiane attuano gli stessi accordi sanciti dalla Regione Toscana sul trasporto sanitario.
A questo proposito, Vita.it pubblica una prima riflessione sul tema coinvolgendo i rappresentanti degli organismi coinvolti: Gabriele Brunini, presidente nazionale delle Misericordie, Fausto Casini, presidente Anpas, Alfonso Sabatino, direttore di Anpas Marche, Massimo Barra, presidente della Cri, Luca Jahier, aclista dell'European Economic and Social Committee e Vilma Mazzocco, portavoce del Forum del terzo settore.