Presentato ieri (7.4.2022) il sesto Rapporto sulle disabilità in Toscana a cura dell’Osservatorio sociale regionale, in collaborazione con Anci Toscana e con il Settore Politiche per l'Integrazione Sociosanitaria.
Il rapporto fornisce il quadro delle dimensioni quantitative delle disabilità in Toscana. Espone il percorso finalizzato alla costruzione di percorsi per la vita indipendente, da tempo attivi sul territorio regionale con i progetti "Dopo di Noi" e fotografa l’inserimento scolastico e lavorativo delle persone con disabilità. Inoltre, contiene anche degli approfondimenti inerenti il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la Legge delega n. 227/2021 e i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS).
Si tratta di una rilevazione complessa, in quanto le banche dati disponibili fanno riferimento non al soggetto portatore di disabilità, ma alla sua fruizione di un particolare servizio o emolumento. Fa eccezione la rilevazione Istat, che però amplia il concetto di disabilità a quello di “limitazione funzionale” basandosi su una indagine campionaria e sulla base delle auto-dichiarazioni. I dati Istat rivelano che sono oltre 190mila le persone con disabilità in Toscana, pari al 5,3% della popolazione residente.
Il quadro statistico generale delle persone con disabilità nella nostra regione, così come presentato oggi dall’Osservatorio sociale regionale, invece è il frutto di più fonti informative che propongono dati non sovrapponibili, ognuno dei quali si riferisce a situazioni diverse connesse alle disabilità. Sono 56.000, ad esempio, i titolari di rendite dirette per infortuni sul lavoro o malattie professionali pari all’1,55% della popolazione (dati Inail).
Infine, c’è il dato dell’Osservatorio sociale regionale, che si basa sulle persone che risultano effettivamente in carico al servizio sociale professionale: nel 2020 sono state, nella fascia 0-64 anni, 31.625.
L’emergenza sanitaria rende difficile l’organizzazione e la gestione dei servizi alle persone con disabilità, le commissioni hanno certificato oltre 8.000 nuove persone (di cui 3.500 in gravità), quasi 1.000 nuove cartelle sono state aperte da parte dei servizi sociali, 1.400 nuovi alunni si sono iscritti nelle scuole, e altrettanti al Collocamento mirato (a fronte di un calo di avviamento al lavoro di quasi due terzi).
Diminuisce la spesa complessiva per la disabilità: 18 milioni in meno dell’anno precedente. Il dato è presumibilmente riconducibile alle misure restrittive provocate dall’emergenza sanitaria, che hanno penalizzato l’erogazione di alcuni servizi rivolti alle persone con disabilità.
Il Rapporto conferma l’aumento dell’incidenza di studenti con disabilità nel totale della popolazione scolastica. In Toscana sono quasi 17600 alunni con disabilità e l’attivazione di più di 13mila posti di sostegno. Gli alunni con disabilità tendono a concentrarsi prevalentemente nella scuola primaria e in quella secondaria di secondo grado. Circa due alunni su tre sono concentrati in questi due ordini scolastici.
Oltre al quadro socio-demografico, il rapporto approfondisce due temi strettamente correlati tra loro. Uno è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica, l’altro è il Dopo di noi, il cui finanziamento è previsto all’interno del Piano stesso. Nella Missione 5, è infatti presente uno specifico investimento per sostenere le infrastrutture sociali, nonché i servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari per migliorare l’autonomia delle persone con disabilità e favorire il loro inserimento in un contesto che deve essere il più possibile de-istituzionalizzato. Due paragrafi sono dedicati alla Legge delega sulle disabilità e ai Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS).
Regione Toscana da anni è impegnata nella ricerca di soluzioni alternative all’inserimento in residenze sanitarie di persone con disabilità, favorendo la costruzione di percorsi per la vita indipendente attraverso esperienze di cooperazione sociale e di fondazioni di partecipazione, in particolare per lo sviluppo dell’autonomia abitativa in piccoli gruppi appartamento con il supporto di operatori; riconoscendo la centralità e del ruolo delle famiglie, chiamate a contribuire alla definizione di percorsi mirati all’autonomia dei propri figli, e maturando al contempo l’idea di un distacco. La coincidenza di obiettivi tra la programmazione regionale e quella nazionale ed europea si configura come un’occasione da non perdere per la loro realizzazione.
Foto: Archivio Cesvot su Flickr - Album "E' ora la vita", 2 aprile 2019.