Apprendere della chiusura di una realtà come Redattore Sociale dopo trent’anni di attività rappresenta un durissimo colpo per il panorama dell’informazione indipendente e per tutti coloro che si impegnano a dare voce a chi è spesso dimenticato. Per trent’anni Redattore Sociale ha dato voce alle persone più fragili nella convinzione di voler dare ascolto, rilancio e protezione alle loro storie.
“Esprimiamo la nostra profonda solidarietà alle giornaliste e ai giornalisti che, con passione e professionalità, hanno illuminato storie di fragilità e impegno, rendendo visibili percorsi di lotta e speranza. Redattore Sociale è per Cesvot una testata che è stata da sempre una compagna di viaggio che con attenzione e sensibilità si è sempre impegnata nel raccontare il mondo del terzo settore” sostiene Luigi Paccosi, presidente di Cesvot.
L’informazione libera non è un lusso, ma un diritto fondamentale e un pilastro della democrazia. Per il terzo settore, rappresenta uno strumento essenziale per raccontare e promuovere una società più giusta e inclusiva. La chiusura di Redattore Sociale lascia un vuoto incolmabile, spezzando un legame prezioso con le comunità e con tutti coloro che lavorano per un mondo in cui nessuno venga lasciato indietro.
Chiediamo agli editori di assumersi una responsabilità chiara e concreta, rispettando i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, garantendo una chiusura che sia all’altezza della dignità incarnata da chi ha fatto del giornalismo uno strumento di giustizia e umanità.