L’appello delle associazioni pistoiesi: “Servono volontari giovani e attivi”

Venerdì 4 marzo 2016

C’è crisi e il volontariato pistoiese ne risente gli effetti, cercando però di resistere sotto i colpi della recessione. Inevitabili i tagli ai finanziamenti, sia pubblici che privati. Non a caso, il 60% delle associazioni è priva di convenzioni attive (delle piccole, non ne ha l’82,6%, mentre nelle medie e grandi associazioni la situazione si mostra più o meno in equilibrio; le più giovani ne sono quasi del tutto prive).

Sono proprio le associazioni più giovani ad avere maggiori problemi, visto che si sono costituite proprio negli anni in cui è esplosa la crisi. Non è un caso, infatti, che il 50% delle associazioni pistoiesi siano state costituite prima del 1994, anche se si nota una certa ripresa di nuove associazioni dal 2010 ad oggi.
Sono questi alcuni dei dati contenuti nella ricerca ‘Oltre la crisi. Identità e bisogni del volontariato in Toscana’, realizzata dal Cesvot e presentata oggi presso la delegazione Cesvot di Pistoia alla presenza del sociologo Andrea Salvini.

Nonostante questi dati negativi, emblematici della crisi, il volontariato pistoiese resiste e continua le sue numerose attività sociali. Sono 267 le associazioni in tutto il territorio, la maggior parte delle quali svolge attività rivolte alla popolazione. Rispetto alla dimensione, prevalgono le medie associazioni. Un terzo opera nel sociale, il secondo settore di azione è il sanitario, e si nota che le più piccole agiscono nell’ambientale. Sono diffusi (entrambi al 30,2%) sia l’autofinanziamento che il finanziamento pubblico (questa modalità soprattutto nelle più anziane; e nelle associazioni sanitarie al 61,1%).

Nonostante la negativa congiuntura finanziaria, gode di finanziamenti privati il 43,8% delle associazioni sociali e il 56,5% delle piccole. Il 72% delle associazioni usufruisce di una sede in comodato d’uso. La crisi socio-economica genera una diffusa preoccupazione sia rispetto alla diminuzione dei fondi (carenza dei finanziamenti e dei contributi pubblici e privati; soprattutto nel sanitario, al 63,6%, e nel culturale) che agli effetti congiunturali in negativo (riduzione del numero dei soci, degli operatori e di progetti strutturati, a fronte di un aumento del disagio sociale; in particolare negli ambiti ambientale e sociale). 
Con la crisi muta e si accresce l’area dei bisogni. Per migliorare la vita associativa, la risposta è eterogenea (soprattutto per le grandi associazioni, e specie in ambito socio-sanitario e culturale), ma generalmente si nota l'esigenza di avere a disposizione più volontari giovani e attivi. Quindi, si chiede di favorire l'accoglienza e il tutoraggio verso i nuovi volontari (delle anziane, il 20%), e di favorire momenti di incontro/confronto. È importante poi offrire ai volontari più riconoscimenti concreti. Le esigenze in termini di incidenza sul territorio si declinano trasversalmente nella possibilità di un rapporto più snello con gli enti e con la burocrazia (per un terzo delle giovani associazioni) o in maggiori risorse logistiche, organizzative e progettualità (le grandi associazioni). La visibilità comunicativa (per la promozione, e nell’ottica di incrementare la copertura delle emergenze) è una necessità per il 29,4% delle piccole, e nel socio-sanitario. Rispetto all’offerta di servizi, prevalgono i bisogni conservativi: in primis le risorse economiche (nel socio-sanitario, il 63,6%), poi umane (nel sanitario e culturale) e logistiche.  Se le associazioni pistoiesi hanno compreso come sia necessario mettere al centro i servizi, e quindi acquisire le competenze e le modalità per garantirli, rispetto al futuro percepiscono ampiamente sia il declino dei requisiti di gratuità e spontaneità che l’aziendalizzazione del settore (entrambi al 20,3%). Se il 10,8% prevede scenari immutati, il 14,9% delle associazioni immagina una prospettiva positiva, attraverso il recupero della tradizionale tendenza etica e politica del volontariato (6,8%).

"La ricerca - ha dichiarato Marcello Magrini, presidente della delegazione Cesvot di Pistoia - costituisce un ulteriore momento di conoscenza delle specifiche attività delle associazioni presentandosi come una mappa aggiornata e reale dell’utilità sociale e umana che il nostro lavoro svolge giornalmente. E’, inoltre, una mappa indispensabile per programmare utili aggregazioni e collaborazioni fra associazioni, sia su specifici progetti, sia sulla condivisione di servizi. Indispensabile per una progettualità in rete che è, e rimane, strumento fondamentale per alleviare la crisi economica e per ispirare innovazione e coesione. Il lavoro del professor Salvini - conclude il presidente -  è importante anche per migliorare e responsabilizzare il nostro ruolo sociale in una società che si trasforma velocemente e alla quale dobbiamo dare, anche noi, un contributo responsabile in termini di partecipazione condivisione e di miglioramento dei rapporti con le istituzioni. Inizia una nuova organizzazione sociale con nuove necessità e nuove povertà, alla quale noi dobbiamo esserne importanti attori".

La delegazione Cesvot di Pistoia nei prossimi mesi ha organizzato alcuni incontri con le associazioni del territorio della provincia all'interno dell'iniziativa "Cesvot vicino a te" per comprendere le necessità e i bisogni delle associazioni e mettere a disposizione i propri servizi. 

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