Il report “Disponibilità al dono sociale in Toscana” realizzato da Sociometrica per Cesvot raccoglie i risultati di una indagine demoscopica realizzata presso un campione rappresentativo della popolazione residente in Toscana superiore ai 18 anni, con l’intento di sondare la propensione dei cittadini verso il dono sociale, inteso nelle più ampie forme in cui si può sviluppare, partendo dal presupposto che il dono sociale, insieme al volontariato e alla gratuità sociale, svolge un ruolo cruciale per la costruzione di una società più coesa e solidale.
L’indagine demoscopica offre un quadro incoraggiante della generosità e dell'impegno civico nella regione. Il dono sociale, che include donazioni economiche, volontariato e altre forme di generosità, è ampiamente considerato un elemento fondamentale per la coesione sociale e il benessere collettivo.
Nella prima parte del report è riportata l’ampia gamma di opinioni rispetto al dono sociale, ai suoi fini e alle sue conseguenze. La seconda parte esamina, invece, i comportamenti effettivi sul piano personale della popolazione toscana rispetto al dono sociale, in quali forme si svolge, in quanti ne praticano qualche forma, e le ragioni che portano altri a non impegnarsi nel dono sociale.
Per il 61,8% dei toscani il dono sociale è “molto importante”. Approfondendo il dato, si osserva che gli adulti in età lavorativa mostrano la percentuale più alta (63%), ma anche i giovani adulti (18-29 anni) mostrano un forte sostegno al dono sociale (51,1%) considerandolo “molto importante”.
La percezione positiva dei volontari è un altro punto chiave emerso dall’indagine, con la stragrande maggioranza degli intervistati che li considera persone lodevoli e ammirabili (83%). Tuttavia, è interessante notare le differenze di genere e di età nell'ammirazione per i volontari, con le donne (85,4% contro 80,3% degli uomini) e le fasce d'età più anziane (88,2%) che mostrano una maggiore propensione verso il sostegno al volontariato.
La survey esamina da vicino gli effettivi comportamenti personali sul dono sociale. Il dato che emerge con maggiore evidenza è che un significativo 25,7% dei residenti ha fornito “contributi economici ad associazioni benefiche”, segno di una consolidata cultura della beneficenza. Il volontariato, sia in forma “continuativa” (11,1%) che “occasionale” (16,3%), rappresenta un'altra componente importante del dono sociale. Questi dati sottolineano quanto la pratica del volontariato è radicata nella storia culturale della Regione, dove la partecipazione attiva alla vita della comunità è vista come un pilastro della coesione sociale e della cittadinanza attiva.
Le motivazioni per il dono sociale sono varie e complesse, spaziando dall'altruismo (46,5%) all'empatia (32,8%), alla soddisfazione nell’offrire aiuto (27,9%), fino alla crescita personale (10,3%). “Serve a far star meglio persone meno fortunate” è la risposta che raccoglie la maggior parte delle risposte, con il 43,3%. Questa è la risposta predominante, suggerendo che la maggior parte degli intervistati percepisce il dono sociale principalmente come mezzo concreto per migliorare le condizioni di chi è in difficoltà.
Infine, l'analisi delle motivazioni del mancato impegno nel dono sociale offre una prospettiva sulle sfide e sulle barriere che possono limitare la partecipazione, con la mancanza di tempo (24,6%) e le difficoltà personali (24%) che emergono come le principali ragioni, soprattutto tra i più giovani.
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