Fonte CSVnet - Giulio Sensi
Un censimento “per un futuro da costruire” è il titolo che Istat ha voluto dare all’evento di presentazione della ripartenza del Censimento delle istituzioni non profit. Il convegno, introdotto dal direttore del Dipartimento per le statistiche economiche, ambientali e conti nazionali di Istat Stefano Menghinello, si è svolto il 24 marzo nell’Aula Magna dell’Istat ed è stato seguito da centinaia di persone in diretta streaming e in presenza.
Sotto la lente tutti i riferimenti operativi alle 60.000 realtà interpellate, ma anche un’analisi non solo quantitativa, bensì qualitativa del settore.
Istat ha ricordato i numeri che lo caratterizzano, che si possono ricavare sia dal registro statistico aggiornato annualmente sia dai dati del censimento: 360.000 istituzioni, 919.000 dipendenti – concentrati soprattutto nei servizi sociali e nella protezione civile – e 4,6 milioni di volontari, “che sono il cuore di questo settore” come ha ricordato Fabio Rapiti, direttore della Direzione centrale per le Statistiche economiche di Istat.
“Un settore – ha aggiunto Rapiti – rilevante anche per fronteggiare un welfare in difficoltà. Il terzo censimento serve al Paese per monitorare lo stato del settore e la sua evoluzione, alla luce anche dei cambianti socioeconomici che ci sono stati negli ultimi anni”. Rapiti ha ricordato come le sezioni che caratterizzano il questionario rimangano le stesse (anagrafica e stato di attività, assetto istituzionale, risorse umane, risorse economiche, attività, digitalizzazione, comunicazione e reti di relazione, innovazione sociale e altre informazioni), ma come siano presenti anche nuovi contenuti informativi: gli investimenti, con un approfondimento sugli obiettivi perseguiti e la tipologia di risorse impiegate; le relazioni coi soggetti pubblici, ovvero le modalità attraverso cui le istituzioni non profit collaborano con la pubblica amministrazione; la valutazione di impatto sociale, con i 4 quesiti sulla valutazione realizzata dalle istituzioni non profit su progetti o iniziative, obiettivi e tipologia di soggetti coinvolti.
Un questionario quindi aggiornato e alleggerito rispetto ad alcuni quesiti nuovi ed emergenti. Aspetti che sono stati ricordati e sottolineati anche dalla tavola rotonda, moderata da giornalista di Rai News24 Chiara Burtulo, cui hanno partecipato il Capo Dipartimento per le politiche sociali, del terzo settore e migratorie del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Alessandro Lombardi, il Dirigente della Direzione centrale per le Statistiche economiche di Istat Alessandro Faramondi, il Presidente di Azione Cattolica Italiana Giuseppe Notarstefano, la Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore Vanessa Pallucchi e la presidente di CSVnet Chiara Tommasini.
Come ha sottolineato Chiara Burtulo, presentando Chiara Tommasini, “il volontariato è una spina dorsale di chi opera nel non profit”. “Il volontario è il cuore del ragionamento – ha ricordato Tommasini – ed è importante andare a vedere dal punto di vista qualitativo e quantitativo le fotografie che restituisce il censimento. Non dimentichiamoci che il volontariato è un fenomeno molto presente su tutti i territori, la sua operatività va guardata sul campo con osservatori molto dettagliati. Come sistema dei Csv stiamo osservando in tutta Italia una serie di cambiamenti che sono confermati dalle analisi ufficiali che l’Istat produce”.
Chiara Tommasini ha ricordato come “stia cambiando il profilo dei volontari e non esista più un modello di impegno unico, ma una pluralità di forme. Il volontariato non risponde più solamente ai bisogni, è capace e impegnato nella co-programmazione e co-progettazione di politiche e servizi”.
“Cambia il legame con i territori, – ha aggiunto Tommasini – non è un soggetto separato, ma sempre più in grado di dialogare con tutte le diverse componenti delle comunità. Cambia anche il rapporto fra i volontari e gli enti: si sposa la causa più che l’ente e sono tutti punti di osservazione per noi strategici, base fondamentale per progettare e realizzare attività a sostegno del volontariato. Andiamo a rispondere ai bisogni dei territori e non in tutti i territori la situazione è uguale, ma rispondiamo anche ad un quadro complessivo di riferimento che, se ben analizzato, ci fa fare al meglio il nostro lavoro”.
Tommasini ha ricordato come la collaborazione dei Csv con Istat sia attiva da molto tempo, non solo nell’andare a comunicare e far conoscere i risultati delle rilevazioni, ma anche per analizzare cosa emerge. Le presidente di CSVnet ha ricordato alla platea anche i percorsi attivati dai Csv per supportare il volontariato costruiti su quattro linee direttrici: valorizzare i nuovi protagonismi e il ricambio e lo scambio generazionale; rivitalizzare le aree interne partendo dai piccoli gruppi informali essenziali per le comunità; il ruolo del volontariato all’interno dell’economia civile e circolare; la presenza nei percorsi di cura e di welfare con particolare riferimento ai temi che riguardano la salute. Piste di lavoro in una visione condivisa su cui tutto il sistema dei Csv si sta muovendo.
L’ultima sessione del convengo di Istat è stata coordinata dalla direttrice della Direzione centrale per la comunicazione, informazione e servizi ai cittadini e agli utenti di Istat Serenella Ravioli e dedicata al racconto di esperienze dal mondo del non profit.
I referenti di Istat hanno ricordato come l’ultimo sollecito per l’invio delle risposte al questionario del censimento sarà il 24 agosto: già 450 realtà hanno inviato le risposte e 850 stanno compilando il questionario.