Un percorso interculturale che coinvolga i richiedenti asilo a Borgo San Lorenzo, un giardino da recuperare nel Comune di Marradi, un lavoro di scoperta di tesori sconosciuti sul territorio di Scandicci e una rete di associazioni, strutture commerciali e ricettive e enti pubblici per valorizzare il territorio di Pelago. Quattro sono i progetti che interessano l’area fiorentina e che hanno vinto i finanziamenti previsti dal bando “Giovani e beni comuni”, promosso da Cesvot e finanziato da Regione Toscana – Giovanisì, in accordo con il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.
Grazie ad un finanziamento complessivo di 140mila euro (5 mila euro vanno ad ogni progetto), 98 associazioni di volontariato della Toscana possono, in sinergia con 130 soggetti pubblici e privati, recuperare e restituire alla collettività beni immobili dismessi, giardini e spazi abbandonati ma anche memorie, tradizioni e saperi andati perduti. Due erano le condizioni poste dal bando: che i progetti dessero spazio al protagonismo giovanile e che fossero presentati da un gruppo di almeno tre associazioni col sostegno di una rete di partner tra istituzioni, amministrazioni locali ed enti non profit.
Un insieme di associazioni e gruppi giovanili hanno presentato insieme un progetto che mira a creare una mappa dei tesori, materiali e immateriali del territorio di Pelago. L’idea dell’associazione proponente il Gruppo Perché No, è quella di attivare un'interazione reale fra associazioni, enti pubblici e strutture commerciali e ricettive che a vario titolo mantengono vivo il territorio ma che ad oggi non collaborano fra di loro. La scoperta di tesori poco conosciuti del territorio di Scandicci è invece alla base del progetto che vede come capofila l’Auser. E la lista dei beni che avrebbero bisogno di valorizzazione è piuttosto estesa: da Villa Poccianti, prima sede del comune di Casellina e Torri a Villa, dimora dello scrittore, poeta e drammaturgo britannico David Herbert Lawrence (1885- 1930), da Villa Le Melarance dove Giorgio La Pira elaborò una bozza della nostra Costituzione fino a Pieve di San Giuliano a Settimo, una delle chiese più antiche.
La Protezione civile di Marradi punta l’attenzione invece sul giardino di Popolano, un luogo oggi in abbandono nel quale bambini, giovani e meno giovani potrebbero ritrovarsi e “fare comunità”. Per il giardino individuato l'amministrazione comunale ha già presentato nei mesi scorsi un progetto per un bando europeo, con l'obiettivo di coprire tale area verde con wifi pubblico gratuito. Si tratta ora di dotare lo spazio verde di arredi e installazioni per bambini e di organizzare iniziativem incontri tematici e attività culturali. Nel gruppo proponente anche il gruppo spontaneo di giovani denominato "Kairos" che è attivo nel paese attraverso la creazione di attività ludico/ricreative e artigianali rivolte a giovani fra i 14 ed i 20 anni, il comitato genitori dell’istituto comprensivo Campana di Marradi che organizzerà tornei di giochi e le Cooperative Sociali Comes e Comil.
Il progetto “Mio-tuo-suo-nostro” è un percorso interculturale che si rivolge ad un gruppo di giovani del territorio e ad un gruppo di richiedenti asilo ospiti dei centri d’accoglienza. Dopo una fase di confronto guidata da un antropologo ci sarà una fase operativa in cui il gruppo inizierà a prendersi cura di un luogo preciso, abitualmente vissuto e spesso lasciato in condizioni di degrado da giovani sia italiani che stranieri, realizzando piccoli interventi di manutenzione e iniziative di sensibilizzazione. Un luogo possibile è stato individuato nella zona limitrofa al fiume Elsa a Mucciano, vicina al centro d’accoglienza Verso Nord, conosciuta per le belle cascate e le pozze dove tanti vanno a fare il bagno.
“La partecipazione giovanile è elemento essenziale per rafforzare l’idea di comunità e dare nuova linfa al nostro territorio a partire dai luoghi caduti in disuso – commenta Ivana Ceccherini, presidente della delegazione Cesvot Firenze – I progetti presentati riguardano diverse zone dell'area fiorentina e dimostrano che grazie alla capacità di mobilitazione e coinvolgimento delle nostre associazioni e all’energia del volontariato è possibile restituire valore ai beni comuni e farne anche un punto di riferimento per la crescita delle comunità”.