In Toscana le persone detenute in carcere sono oltre 4mila. Il 41% non è cittadino italiano e il 30% è tossicodipendente. Netta la minoranza delle donne sul totale dei reclusi.
Garanzia dei diritti, salute, formazione, reinserimento: questi i problemi che continuano ad affliggere i detenuti, ai quali si aggiunge il sovraffollamento, come denuncia la Fondazione Michelucci nel ‘Rapporto sugli Istituti penitenziari della Toscana 2006', realizzato in collaborazione con la Regione e il Provveditorato regionale all'amministrazione penitenziaria.
La congestione delle carceri rende infatti ancora più difficile la gestione dei servizi, soprattutto quando molti tra i detenuti vivono in condizioni di disagio sociale e psichico.
Ai 4mila detenuti si affiancano ogni giorno oltre 1300 volontari e operatori non istituzionali: con un rapporto numerico di un operatore su tre reclusi, la Toscana è la regione che ha il più alto numero di volontari in carcere, che rappresentano più di 50 associazioni.
Un volontariato che va oltre la testimonianza e la consolazione, un “volontariato della giustizia” che lavora dentro e fuori il carcere per l'inserimento sociale e lavorativo dei detenuti, per la loro responsabilizzazione e per la sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
Un volontariato organizzato che garantisce continuità e qualità, che opera in convenzione con le istituzioni pubbliche, che è capace di fare ponte con la società e di sperimentare nuove soluzioni.
Cooperative di lavoro, programmi personalizzati di trattamento, istruzione universitaria, questi alcuni degli interventi più innovativi promossi dal volontariato per i detenuti toscani.
Rapporto sugli Istituti penitenziari della Toscana 2006
Sintesi del Rapporto