E’ disponibile il testo dell’accordo fra Acri, Csvnet e Forum del Terzo settore “Proposte per la nuova articolazione e funzionamento del sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato in attuazione della Legge 106/2016”, siglato nei giorni scorsi (vedi allegato). L’accordo, pur presentando alcuni aspetti positivi, si caratterizza per significative criticità.
Come sostiene Guido Memo (storico esperto del sistema dei Csv), “l’intesa contiene alcuni elementi che ci sembra necessario modificare anche perché il Parlamento, come sappiamo, può dare delega al Governo a legiferare solo con determinazione di principi e criteri direttivi (art. 76 della Costituzione). Non può dare, e non ha di fatto dato, un mandato generico al Governo".
Tra le indicazioni date dal Parlamento, infatti, non c’erano:
- la perdita del carattere regionale di tali fondi indicata dall’art. 15, ma la necessità di una “perequazione territoriale”;
- l’indicazione di un metodo di calcolo diverso dall’attuale dell’1/15;
- l’eliminazione dell’obbligo da parte dello Stato a stabilire con DM le “modalità di attuazione” dello stesso (il sistema dei Csv è regolato da criteri di accreditamento emanati dallo Stato, come stabilisce l’art. 15 già confermato da tre sentenze della Consulta e non da un ente privato come propone l’accordo);
- l’eliminazione della presenza degli enti pubblici territoriali negli organismi di controllo prevista dall'accordo, presenza invece oggi oggi prevista dalle norme.
Dunque, prosegue Memo, “apprezzo gli elementi positivi che tale accordo contiene (il richiamo al principio di sussidiarietà e la previsione che i Csv divengano agenzie di sviluppo locale del volontariato; la richiesta del credito di imposta per il 2017, già accolta dal Governo, per le Fondazioni bancarie che dedichino risorse aggiuntive ai Csv; la previsione di un fondo nazionale reale, non virtuale, dove versare le risorse per i Csv, risolvendo così l’annosa questione degli interessi sui fondi previsti dall’art. 15) e penso che la normativa attuale sia rispondente agli interessi generali del nostro Paese. Credo però che la si possa migliorare rispettandone i principi di fondo e non abolendo aspetti fondanti della stessa; non a caso il Parlamento non aveva dato mandato al Governo sulla materie sopra ricordate. Ritengo quindi che sarebbe utile un ripensamento da parte dei firmatari dell'accordo, anche perché non vedo come il Governo possa accogliere queste richieste”.
Su YouTube l'intervista di 3WebTV all'on. Donata Lenzi