Il 22 aprile di ogni anno ricorre la Giornata internazionale della Terra (Earth Day), data in cui si celebra l'ambiente e la salvaguardia del pianeta. Quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario della sua istituzione.
La Giornata ha l’obiettivo di sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali, valutare le problematiche del pianeta, dall’inquinamento alla distruzione degli ecosistemi, attirando l’attenzione su possibili soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell'uomo.
L’ultimo periodo è stato alquanto indicativo di come affrontare questi temi sia diventato urgente e non più rinviabile. Gli incendi australiani, il record raggiunto nelle temperature, l’invasione di locuste in molti paesi africani sono solo alcuni tra i più eclatanti fatti avvenuti, ai quali ora si aggiunge a pieno titolo la pandemia da Covid -19.
Come spiegato bene nulla pagina web dell’Onu dedicata alla Giornata della Terra i danni all’ambiente e l’alterazione degli ecosistemi possono aumentare il contatto e la trasmissione di malattie infettive dagli animali agli esseri umani (malattie zoonotiche) come il Covid-19. È strettissima la relazione tra salute umana, animale e ambientale ed è per questo motivo che bisogna recuperare un equilibrio che da molto tempo sembra essersi rotto.
Anche se legati all’emergenza sanitaria, poiché frutto del rallentamento dell’attività umana, in questi giorni emergono segnali positivi come il miglioramento della qualità dell'aria e la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Le immagini dai satelliti ci restituiscono cieli azzurri e non più velati di grigio e, anche gli animali che invadono le nostre città, sembra vogliano dare un messaggio di ritrovata ecologia.
I cambiamenti di questi giorni veicolano la riflessione su un futuro basato su un'economia più sostenibile che funzioni sia per le persone che per il pianeta. Va in questa direzione anche l’appello che i giovani di #FridaysforFuture lanciano in una lettera aperta #RitornoalFuturo, già sottoscritta da un discreto gruppo di scienziati italiani. Come pure il documento che Legambiente ha inviato ai sindaci italiani con cinque indicazioni per un futuro più sostenibile.
Di questo abbiamo parlato con Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana.
Questi giorni segnati dall’emergenza Covid-19 possono essere anche un veicolo di consapevolezza ambientale?
“Nelle situazioni di emergenza emergono sempre nuove spinte. In questi giorni mi ha colpito l’empatia dei volontari. Ancora una volta è stato sottolineato quanto è fondamentale che la società sia pervasa dalla volontà del dono, del proprio tempo, della propria attenzione o esperienza. Un altro aspetto più intimo è legato a una riscoperta di ciò che giudichiamo essenziale nella nostra vita, in questi giorni in cui ci confrontiamo con la paura di perdere i nostri cari, con la precarietà del futuro, emerge anche un livello maggiore di consapevolezza e un forte desiderio di riassaporare il contatto con la natura.
Dispiace notare un lato più oscuro nei comportamenti delle persone, penso ad esempio a chi agisce senza rispetto per gli altri, gettando mascherine e guanti usati nell’ambiente, un'ulteriore emergenza su cui abbiamo richiesto l’attenzione pubblica. Gettare in modo incivile i dispositivi di protezione individuale significa inquinare i nostri fiumi e i nostri mari, senza contare che in caso di contaminazione indiretta, può risultare persino pericoloso per il prossimo. A fine uso, raccomandiamo pertanto di sigillare accuratamente in sacchetti dedicati questi accessori che ci stanno diventando così familiari, per poi smaltirli correttamente nell’indifferenziato”.
Le cronache di questi giorni portano a una diversa valutazione della scienza?
“Penso che in questi giorni sia stata fatta una tabula rasa di atteggiamenti antiscientifici, per troppo tempo passati dal filtro di opinioni pseudo autorevoli. Vorrei augurarmi che questo atteggiamento continui a interessare molte persone, che la scienza possa influenzare maggiormente le scelte politiche e sociali. Dal punto di vista politico credo che il futuro debba andare nella direzione di un approccio sinergico, coordinato. Sembra sempre più chiaro che non è possibile muoversi in direzione autarchica. La crisi climatica si lega strettamente alla pandemia, che mina l’abitabilità del Pianeta alla nostra specie. Per questo motivo è necessario affrontare la situazione a livello mondiale e per questo l’Europa deve confrontarsi con una sfida enorme ed epocale che va vinta sul fronte della solidarietà internazionale per la progettazione di uno sviluppo sostenibile. Un altro aspetto già rilevante riguarda, in attesa di studi sempre più precisi, la naturale correlazione tra salute ambientale e benessere umano. Tra i maggiori focolai di Covid19 sono emerse zone altamente inquinate dove le condizioni di salute respiratorie delle persone risultavano compromesse semplicemente dall’ecosistema quotidiano in cui sono immersi”.
Quali potrebbero essere alcune proposte concrete per l’immediato futuro della sostenibilità?
“Proprio in questi giorni Legambiente ha inviato a livello nazionale 5 proposte ai sindaci italiani in tal senso. Pensiamo che le misure di telelavoro andranno incentivate il più possibile, pensando che non solo sono efficaci, ma aiutano a contenere le emissioni inquinanti. Sarà fondamentale incentivare l’utilizzo di traporti pubblici sicuri, aiutare i cittadini a rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile, incentivare inoltre la sharing mobility elettrica e l’utilizzo della bicicletta. Queste sono tutte abitudini che ricordiamo, in paesi come l’Olanda, dove le condizioni climatiche sono ben diverse dalle nostre, arrivano già a coprire il 70% della popolazione. Tecnologia e innovazione possono esserci di aiuto per trovare un nuovo modo di confrontarci con il pianeta e come diceva Alexander Langer 'la nostra proposta di società deve essere desiderabile'."