L’Anno dell’invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale è stato, nel nostro caso, un’occasione propizia per riflettere su quale possa essere il ruolo delle persone anziane nella promozione dello stato di benessere e di salute personale e comunitaria attraverso un’attività di ricerca - avviata a marzo corrente anno e conclusa otto mesi dopo - in grado di promuovere conoscenza e azione attorno a questo ambito di intervento.
La nostra indagine – svolta in collaborazione con la Fondazione Emanuela Zancan - trae origine dall’esperienza della “Carta del volontariato toscano per l’invecchiamento attivo” promossa da Cesvot, e pubblicata con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, quale risultato del dialogo costruttivo tra cinque realtà associative toscane (Arci Solidarietà, Anteas, Uisp Solidarietà, Aics Solidarietàe Auser) impegnate prevalentemente nel promuovere interventi a favore delle persone della terza età.
A partire dalle cinque priorità tematiche individuate dalla “Carta”, obiettivi della ricerca sono quelli di verificare se e come l’azione del “donarsi” degli anziani attivi moltiplichi il valore sociale sul territorio, se e come è possibile sperimentare nuovi modi attivi di vivere l’invecchiamento. Il progetto di ricerca contempla tre fasi: un’analisi del contesto, mettendo in risalto i progetti presentati e approvati con il bando "Percorsi di Innovazione" promosso da Cesvot che si occupano di questa tematica; la realizzazione di due gruppi di approfondimento che ha visto protagonisti i volontari delle cinque associazioni regionali; la somministrazione di un questionario ed infine l’esperimento di scelta.
La ricerca ci ha permesso di evidenziare anche la centralità delle risorse personali e delle condizioni ambientali nel favorire processi di partecipazione e di inclusione delle persone anziane nonché il particolare incrocio di interessi tra le istituzioni e le associazioni di volontariato presenti sul territorio; “interessi” che possono trovare svariati punti di incontro, e un buon punto di partenza è nel ripensare alle relazioni tra le generazioni, intendendo non solo il rapporto tra persone anziane e giovani, tra nonni e nipoti, ma anche con la generazione di mezzo, dei figli, per rendere effettiva la partecipazione alla vita sociale e comunitaria nel promuovere condizioni effettive di invecchiamento attivo. Il lettore potrà conoscere gli esiti della ricerca in uno dei prossimi numeri della nostra collana “I Quaderni”.
Sandra Gallerini è Responsabile del Settore Ricerca di Cesvot.
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