In Italia il 60% delle notizie riguardanti l'immigrazione è nella cronaca nera o giudiziaria, il 76% delle persone straniere sono presenti nei telegiornali come autori o vittime di reati, in particolare gli stranieri compaiono più frequentemente degli italiani quando i fatti di violenza riguardano lo stupro (24% contro il 7,2%) e le lesioni personali (24% contro 10,9%).
Questi alcuni dati del rapporto Immigrazione e asilo nei media italiani dell'Osservatorio Carta di Roma, nato per monitorare l'informazione sui migranti e promuovere il rispetto della Carta di Roma, il codice deontologico su migranti, rifugiati e richiedenti asilo promosso nel 2009 da Fnsi, Ordine dei Giornalisti e Unhcr.
Grazie all'impegno di associazioni e giornalisti, negli ultimi anni sono nate numerose iniziative per un “consumo critico” dell'informazione e la promozione di una stampa non razzista e stereotipata. Come Articolo 3 - Osservatorio sulle discriminazioni fondato a Mantova nel 2008 da associazioni e istituzioni. L'Osservatorio offre sostegno e consulenza alle vittime di discriminazione ed è molto attivo nel monitoraggio della stampa locale. Nel 2010 su 18 casi di discriminazione presi in carico dall'Osservatorio, 4 sono stati a carico di giornalisti, 3 dei quali sono stati segnalati con un esposto all'Ordine.
Per meglio monitorare la stampa e il rispetto della Carta di Roma, il comitato Occhio ai media - promosso nel 2009 da un gruppo di associazioni ferraresi - sollecita la collaborazione dei cittadini che possono segnalare online articoli discriminatori. Occhio ai media aderisce al protocollo d'intesa varato dalla Regione Emilia Romagna che – primo in Italia - prevede il sostegno alla comunicazione interculturale come strumento di integrazione degli stranieri. A Bologna nel 2005 è nata anche la rete Mier - Media Interculturali Emilia Romagna che riunisce Asterisco Radio, CrossingTv, sette pubblicazioni, sei siti, due programmi radio e due trasmissioni tv.
Lottare contro le discriminazioni di rom e sinti, anche nell'ambito dell'informazione, è invece lo scopo dell'associazione Osservazione, nata a Firenze nel 2005 e autrice di Molti pregiudizi e poca partecipazione, una ricerca empirica condotta per Osce/Odhir su rom e sinti in Italia. Rispetto ai media, la ricerca evidenzia come “uno degli aspetti cruciali della copertura mediatica della stampa sia l'assenza della voce di rom e sinti”.
Anche l'Unar-Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale ha cominciato ad occuparsi di discriminazione sui media: nel 2010 su 770 istruttorie avviate, 119 hanno riguardato i media, 93 delle quali riguardanti la rete, 13 la carta stampata e 3 servizi televisivi. I numeri, ha dichiarato il direttore dell'Unar Massimiliano Monnani, “confermano che l'informazione è un mondo da monitorare e vogliamo ora attrezzarci per rendere maggiormente sistematico questo monitoraggio”.
Nel 2008 Giornalisti contro il razzismo ha diffuso il Glossario-vademecum: le parole da mettere al bando, un documento che alcune testate e Ordini dei giornalisti regionali hanno cominciato ad adottare. Perché – come spiega Lorenzo Guadagnucci, uno dei fondatori del gruppo e autore di Parole sporche: il razzismo nei media e dentro di noi – il cambiamento nel modo di pensare e raccontare i migranti passa anche attraverso il lavoro quotidiano dei giornalisti, nel saper usare parole più precise e rispettose.
Alla promozione di una stampa multiculturale si dedica da tempo Cospe che ha attivato il portale mmc2000.net con informazioni e documentazione sul tema “media e multiculturalità”. Lo scorso febbraio a Torino, grazie anche al sostegno di Cospe, è nata l'Associazione Nazionale della Stampa Interculturale che intende diventare un punto di riferimento non soltanto per gli oltre 500 addetti dei media multiculturali in Italia ma per tutto il giornalismo italiano. L'Associazione, infatti, è stata riconosciuta come gruppo di specializzazione dalla Fnsi.
In collaborazione con la Provincia di Firenze, Cospe sta promuovendo una serie di incontri mensili dal titolo “Ad alt(r)a voce, media e cittadinanza a confronto”. Prossimo appuntamento il 25 marzo a Campi Bisenzio con la presentazione del libro I cinesi non muoiono mai.
Questi alcuni dati del rapporto Immigrazione e asilo nei media italiani dell'Osservatorio Carta di Roma, nato per monitorare l'informazione sui migranti e promuovere il rispetto della Carta di Roma, il codice deontologico su migranti, rifugiati e richiedenti asilo promosso nel 2009 da Fnsi, Ordine dei Giornalisti e Unhcr.
Grazie all'impegno di associazioni e giornalisti, negli ultimi anni sono nate numerose iniziative per un “consumo critico” dell'informazione e la promozione di una stampa non razzista e stereotipata. Come Articolo 3 - Osservatorio sulle discriminazioni fondato a Mantova nel 2008 da associazioni e istituzioni. L'Osservatorio offre sostegno e consulenza alle vittime di discriminazione ed è molto attivo nel monitoraggio della stampa locale. Nel 2010 su 18 casi di discriminazione presi in carico dall'Osservatorio, 4 sono stati a carico di giornalisti, 3 dei quali sono stati segnalati con un esposto all'Ordine.
Per meglio monitorare la stampa e il rispetto della Carta di Roma, il comitato Occhio ai media - promosso nel 2009 da un gruppo di associazioni ferraresi - sollecita la collaborazione dei cittadini che possono segnalare online articoli discriminatori. Occhio ai media aderisce al protocollo d'intesa varato dalla Regione Emilia Romagna che – primo in Italia - prevede il sostegno alla comunicazione interculturale come strumento di integrazione degli stranieri. A Bologna nel 2005 è nata anche la rete Mier - Media Interculturali Emilia Romagna che riunisce Asterisco Radio, CrossingTv, sette pubblicazioni, sei siti, due programmi radio e due trasmissioni tv.
Lottare contro le discriminazioni di rom e sinti, anche nell'ambito dell'informazione, è invece lo scopo dell'associazione Osservazione, nata a Firenze nel 2005 e autrice di Molti pregiudizi e poca partecipazione, una ricerca empirica condotta per Osce/Odhir su rom e sinti in Italia. Rispetto ai media, la ricerca evidenzia come “uno degli aspetti cruciali della copertura mediatica della stampa sia l'assenza della voce di rom e sinti”.
Anche l'Unar-Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale ha cominciato ad occuparsi di discriminazione sui media: nel 2010 su 770 istruttorie avviate, 119 hanno riguardato i media, 93 delle quali riguardanti la rete, 13 la carta stampata e 3 servizi televisivi. I numeri, ha dichiarato il direttore dell'Unar Massimiliano Monnani, “confermano che l'informazione è un mondo da monitorare e vogliamo ora attrezzarci per rendere maggiormente sistematico questo monitoraggio”.
Nel 2008 Giornalisti contro il razzismo ha diffuso il Glossario-vademecum: le parole da mettere al bando, un documento che alcune testate e Ordini dei giornalisti regionali hanno cominciato ad adottare. Perché – come spiega Lorenzo Guadagnucci, uno dei fondatori del gruppo e autore di Parole sporche: il razzismo nei media e dentro di noi – il cambiamento nel modo di pensare e raccontare i migranti passa anche attraverso il lavoro quotidiano dei giornalisti, nel saper usare parole più precise e rispettose.
Alla promozione di una stampa multiculturale si dedica da tempo Cospe che ha attivato il portale mmc2000.net con informazioni e documentazione sul tema “media e multiculturalità”. Lo scorso febbraio a Torino, grazie anche al sostegno di Cospe, è nata l'Associazione Nazionale della Stampa Interculturale che intende diventare un punto di riferimento non soltanto per gli oltre 500 addetti dei media multiculturali in Italia ma per tutto il giornalismo italiano. L'Associazione, infatti, è stata riconosciuta come gruppo di specializzazione dalla Fnsi.
In collaborazione con la Provincia di Firenze, Cospe sta promuovendo una serie di incontri mensili dal titolo “Ad alt(r)a voce, media e cittadinanza a confronto”. Prossimo appuntamento il 25 marzo a Campi Bisenzio con la presentazione del libro I cinesi non muoiono mai.