E' sicuramente una bella campagna quella promossa in questi giorni da Ail – Associazione italiana contro le leucemie. Lo sguardo, il cappuccio, i capelli un po’ scarmigliati, la posa molto sobria, ma insieme fresca, giovane, intensa.
L’idea di proporre corsi di formazione al volontariato al posto della playstation è certamente importante, la foto è un prodotto altamente professionale; l’aggiunta della ragazza rende tutto più visibile, più attenzionale. In più, lei (la ragazza) è anche un personaggio famoso, che da tempo dedica la sua immagine ad azioni di promozione del volontariato, ed insieme a lui (il fidanzato calciatore) è in prima linea in questa azione meritoria.
Dalla sua biografia web leggiamo che: Cristina è fiorentina Doc, ha iniziato con i concorsi di bellezza, e ha partecipato a molte trasmissioni Tv, e a livello sociale ha partecipato a tante iniziative benefiche di cui è stata testimonial: il calendario Att 2009/2010 (impegno proseguito anche nel 2010), e insieme al fidanzato Riccardo, calciatore della Fiorentina e della nazionale, il calendario 2011 a favore dell'associazione Sla (per la lotta alla sclerosi laterale amiotrofica).
Lui (il fidanzato) è il famoso Riccardo Montolivo e lei (la ragazza) è Cristina De Pin, e il motivo del mio interesse per il numero di questo mese è l’uso della testimonianza in pubblicità (soprattutto quella sociale).
Il testimonial è un personaggio famoso che ‘indossa’ l’argomento della comunicazione e ne fa una propria bandiera, aiutando con la propria immagine a rendere visibile/attenzionale la comunicazione pubblicitaria. Il testimonial è quindi un sicuro “valore aggiunto” che supporta il marchio, e l’azione sviluppata dal marchio, e nel contempo parla ad un target di popolazione specifico, forte della sua notorietà.
Nel caso in questione, Cristina De Pin è una ragazza molto nota tra i suoi coetanei, tra gli sportivi, nel mondo giovane, ed è sicuramente adatta a “parlare” ai giovani attivi di volontariato attivo. Non solo: la foto, l’ambito del videogioco, l’allusione alla simulazione confrontata con la realtà, sono ulteriori ottimi elementi di “perimetrazione” del target, e dell’obiettivo di comunicazione.
E’ sicuramente corretto anche l’inserimento del nome in piccolo a destra (per chi ancora non l’avesse riconosciuta), anche se la lettura potrebbe essere difficile soprattutto da una distanza “poster”; aggiungo inoltre che il bodycopy bianco su fondo nero avrebbe bisogno di un ‘corpo’ (la dimensione del testo) più grosso per essere più leggibile. Ma questi sono davvero dettagli minimi.
Alle associazioni quindi un consiglio: scandagliate il vostro ‘territorio’ (non soltanto geografico ma anche ideale) cercando un ‘famoso’ che sia disposto ad esporsi presso il suo pubblico per promuovere le vostre azioni, e ricordate che il testimonial aiuta… non sostituisce.
Alla prossima, e… fate pubblicità!!!