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Sfide e numeri del volontariato culturale

Oggi il volontariato culturale è una realtà importante e diffusa sul territorio nazionale e regionale. Secondo l’ultimo censimento Istat sul non profit, l’area “Cultura, sport e ricreazione” risulta essere il settore di attività prevalente (il 65% del totale nazionale) per le risorse economiche utilizzate e per il numero di risorse umane dedicate.

In Toscana, dove sono oltre 400 le organizzazioni di volontariato e circa 1.000 le associazioni di promozione sociale impegnate in attività ‘culturali’ e ‘artistiche’, uno dei progetti più significativi è la Magna Charta del volontariato per i beni Culturali: un percorso partecipato tra Cesvot, associazioni, Regione Toscana, Sovrintendenze e Fondazione PromoPa, che ha coinvolto 120 tra enti e strutture museali e un gruppo di lavoro multidisciplinare.

La Magna Charta rappresenta il primo documento-guida con una ‘convenzione operativa’ utili a delineare un percorso per il riconoscimento, la programmazione e l’organizzazione dell’attività del volontariato nell’ambito del patrimonio culturale. Questo progetto pilota è stato replicato in Basilicata dove il Centro Servizi per il Volontariato, con il supporto di Csvnet e Promo PA Fondazione, ha avviato un percorso di condivisione della Magna Charta, con l’intento di rilevare in un primo momento quali sono i principali fabbisogni, facendo dialogare le organizzazioni di volontariato e gli enti culturali.

Con l’entrata in vigore del Codice Terzo Settore (art. 5) per la prima volta la ‘gestione’ e la ‘valorizzazione’ dei beni culturali entrano a pieno titolo tra le attività del non profit; ciò a conferma che i volontari per i beni culturali e gli operatori museali sono due pilastri della valorizzazione del nostro patrimonio.

Basti pensare che nel 2012, in occasione degli Stati Generali del Volontariato Culturale, la rivista Non profit online pubblica i numeri del volontariato culturale evidenziando, tra gli altri, che sono 800mila i volontari impegnati nella ‘cultura’ e oltre 5mila le associazioni dedite al volontariato ‘archeologico’ in cui sono impegnati circa 16mila volontari (il 60% under 30).

Il VII rapporto “Io sono cultura 2017”, promosso dalla Fondazione Symbola in collaborazione con Unioncamere, smentisce ancora una volta che la cultura sia “un settore statico e rivolto al passato”, inquadrandolo come settore in crescita e trainante per molta parte dell’economia italiana, ed evidenziando che sono sempre più numerose le esperienze innovative che chiamano in causa il coinvolgimento della società organizzata, nella relazione pubblico-privato.

In tal senso, il video #IoSiamo documenta come un percorso partecipato, nato dal basso, su base volontaria, abbia portato con successo alla candidatura di Matera a capitale europea della cultura 2019, frutto del lavoro di rete tra associazionismo, Istituzione regionale e locale, e tutta la cittadinanza.

Ma chi sono i volontari impegnati in questo ambito? Dai risultati di una recente ricerca di Cesvot, “Il ruolo dei volontari per la valorizzazione del patrimonio culturale”, emerge che sono persone particolarmente motivate e con un particolare spirito di iniziativa, con solide competenze tecnico-professionale; mentre dal punto di vista dell’organizzazione, le associazioni risultano attive in un ambito territoriale prevalentemente locale e in vita da oltre un ventennio, quindi con strutture consolidate.

In questo contesto non mancano certo le sfide da affrontare! In particolare la necessità di investire in tecnologie innovative di gestione e valorizzazione, aprendosi a tutte le opportunità legate alla “Cultura 4.0”, avviando anche percorsi formativi dedicati alle tematiche tecnologiche.

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