Con questo post inauguriamo la rubrica A Tutto Blog che ogni mese ospiterà esperti di comunicazione sociale e blogger del non profit che con i loro post cercheranno di offrire alle associazioni suggerimenti pratici e consigli utili per migliorare l'attività anche grazie alla comunicazione digitale. Buona lettura!
Comunicare con efficacia: cosa significa esattamente? Essere in grado di farsi capire, qualunque sia il contesto di riferimento. Sia che si parli di comunicazione scritta, verbale o non verbale, le principali competenze da sviluppare sono le medesime: empatia, chiarezza, sintesi.
Grazie allo storytelling, cioè l’arte di raccontare storie, abbiamo l’opportunità di rendere semplice, gradevole e suggestivo qualunque messaggio, contribuendo, tra l’altro, ad allenare lo spirito critico di chi ci ascolta.
La narrazione è lo strumento ideale per tutte le organizzazioni non profit, perché consente di far conoscere e valorizzare la propria attività con un duplice risultato: sensibilizzare nuovi potenziali donatori e coinvolgere maggiormente volontari e sostenitori già acquisiti.
Riconoscersi nel racconto, immedesimarsi, emozionarsi: questo è ciò che può accadere quando si è destinatari dello storytelling. Una tecnica che possiamo applicare leggendo un romanzo, un saggio, una favola, scrivendo un report o, ancora, partecipando come relatori ad una conferenza. Sì, perché anche un insieme di dati e/o grafici può catturare l’attenzione e diventare parte di una “trama”: basta presentarlo con la giusta dose di creatività.
In tal senso, le nuove tecnologie e le risorse digitali oggi a nostra disposizione, ci supportano magnificamente:
- Prezi, ad esempio, è un web tool gratuito che permette di creare presentazioni accattivanti partendo proprio da una storyboard.
- Storify è lo strumento ideale per raccontare storie utilizzando i social media: utilissimo per riassumere un evento, raccogliere testimonianze o coordinare un live twitting.
- Spreaker è uno spazio web su cui creare e condividere contenuti audio live o podcast, realizzando un breve show radiofonico, senza dover scaricare alcun programma.
Insomma, narrare attraverso nuove forme di comunicazione è possibile e la parola d’ordine, in ogni caso, è SPERIMENTARE. Il primo step? Costruire uno stile unico, che ci rispecchi e ci distingua: ironico, colloquiale, formale, informativo… Solo dopo sarà tempo di individuare le “modalità di trasmissione”, che potranno essere visive, sonore, testuali o, mixando il tutto, interattive.
Una modalità ancora poco esplorata? Sicuramente la ludonarrazione, cioè il racconto attraverso il gioco.
L’epoca in cui operiamo ha ormai un doppio binario: quello dell’ascolto e della condivisione.
Il nostro potenziale sostenitore/donatore è attivo e vuole essere, giustamente, protagonista, non un contenitore in cui far confluire fiumi di contenuti. Un’organizzazione non profit in grado di comprendere queste sfumature, è già a metà dell’opera.
La Rete amplifica i risultati e ci mette in collegamento con il mondo, ma non basta solo dotarsi di un sito web o di un blog, non è sufficiente attivare un paio di account sui principali social network o utilizzare per primi un nuovo tool. L’apparenza è sempre effimera, ciò che conta è la sostanza. Tradotto: non è importante tanto lo strumento che scegliamo di utilizzare, quanto il messaggio che vogliamo trasmettere e COME decidiamo di veicolarlo.
Evitiamo l’autoreferenzialità, esercitiamo la fantasia: racconti a più voci, storie di luoghi, tradizioni, attività, best practice. Biografie di chi ha reso grande l’organizzazione in cui operiamo e magari, adesso, non c’è più.
Costruiamo il nostro diario di bordo nel modo più naturale e trasparente, senza imitare nessuno, utilizzando poche parole, secondo la formula: semplicità + brevità = chiarezza.
Infine: non solo ciò che diciamo, ma anche ciò che facciamo parla di noi. Un’organizzazione affidabile è sempre presente, online e offline. Risponde alle e-mail, alle lettere, alle telefonate… non dopo 6 mesi, ma entro 48 ore. Ricambia i sorrisi e, almeno ogni tanto, chiede ai propri donatori: “come va?”… A voce o con una colorata newsletter!