Il Banco Alimentare della Toscana nasce nel 1996 e oggi conta solo nella nostra regione ben 576 enti convenzionati. Per saperne di più sull'impegno dell'associazione nella lotta alla povertà alimentare abbiamo intervistato il presidente Leonardo Carrai.
Il Banco Alimentare ha lo scopo di raccogliere e ridistribuire le eccedenze alimentari ad enti e associazioni che si occupano di assistenza ai poveri e agli emarginati. In che modo?
La nostra attività di raccolta e ridistribuzione del cibo, che sopratttuto negli ultimi anni ha visto aumentare notevolmente la richiesta, si basa soprattutto su due progetti, la Giornata della Colletta Alimentare e Siticibo. Con la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, quest’anno alla sua diciassettesima edizione, chiediamo ai cittadini di donare un po’ della loro spesa in aiuto dei più bisognosi. Con il progetto “Siticibo”, invece, lavoriamo sul recupero dalle imprese, dalle industrie agroalimentari e della grande distribuzione. Riusciamo anche a recuperare la frutta, il pane e i dessert dalla ristorazione collettiva (ad esempio quella scolastica, grazie alle 24 scuole coinvolte a Sesto, Campi e Signa) e prodotti già cotti e non scodellati – che verrebbero altrimenti gettati via – dalle mense aziendali di importanti industrie del territorio (Nuova Pignone, Gucci, Autostrade Spa, Galileo). Il recupero dei prodotti avviene utilizzando i nostri mezzi refrigerati, gli abbattitori di calore all’interno delle mense aziendali e le celle frigorifero nel nostro magazzino.
Il programma europeo di aiuto alimentare, che ha lo scopo di distribuire alle organizzazioni caritative le derrate alimentari provenienti dalle scorte comunitarie, non sarà più attivo a partire da gennaio 2014. Quali ripercussioni avrà questa risoluzione sulla vostra attività?
Purtroppo avrà ricadute dirette su tutte le strutture che stiamo aiutando e che assistono ad oggi oltre 100.000 poveri nella sola Toscana. La legge nata nel 1987, che permetteva di trasformare i fondi della Comunità Europea in prodotti alimentari per i poveri, non esiste più e dal 1° gennaio 2014 per gli stati membri non ci saranno più assegnazioni di quote di prodotti da ridistribuire. Al posto della vecchia legge (la Germania in primis ha voluto tale modifica), è stato approvato un finanziamento di 2,4 miliardi di euro per il triennio 2014-2017, che però non specifica per quali situazioni di povertà potrà essere utilizzata la quota-parte che toccherà ad ogni singolo stato membro. Bisognerà quindi capire come lo Stato italiano recepirà la normativa e come deciderà di ripartire i fondi che riuscirà ad intercettare. Stiamo dialogando con il Governo, anche insieme a Caritas e Croce Rossa, per capire come contribuire al tavolo di discussione che dovrà essere attivato tra le istituzioni ed il volontariato.
A fronte dell’imminente riduzione di generi alimentari, il Banco sta portando avanti un percorso di coinvolgimento delle aziende toscane del settore alimentare. Quali misure prevede?
Vorremmo incentivare i produttori e i commercianti di prodotti alimentari a donare le eccedenze al Banco. Penso che ogni imprenditore o commerciante sarebbe contento di partecipare a questo circolo virtuoso, dove a va sprecato, e che permette di dare un contributo sociale enorme. Con l’aiuto che ci potrà dare Confindustria, vogliamo farci conoscere meglio dal mondo dell’agroindustria toscana, che spesso non è al corrente delle possibilità che abbiamo nel gestire i prodotti e ridistribuirli a chi ne ha bisogno.
Il 2 maggio a Firenze organizzate il convegno “Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità”. Quale è lo scopo dell’iniziativa?
Lo scopo è appunto quello di far emergere il tema dello spreco alimentare e di far conoscere l’attività di recupero del Banco a tutto il mondo dei produttori, distributori e commercianti di prodotti alimentari della nostra regione. Il convegno nasce dalla collaborazione con Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che ci sostiene da anni nel nostro lavoro di volontari, dalla sinergia avviata con Confindustria Firenze, che può far da leva per divulgare la nostra attività, e dalla collaborazione con Fondazione per la Sussidiarietà, che ha contribuito insieme alla Fondazione Banco Alimentare Italia alla prima vera ricerca sullo spreco alimentare, conclusasi con la pubblicazione del libro “Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come risorsa”. Il volume verrà presentato durante il convegno del 2 maggio.