Metti insieme Alessandro Benvenuti e Poti Pictures, scrivi una storia per parlare di malattie rare, dissacra il mondo borghese e patinato che compra l’arte per noia, distruggi l’aura di eleganza dietro alle aste sull’arte, metti al centro la persona senza la retorica classica e avrai “Molto più di quanto immagini”.
Lo spot, pensato per la Giornata delle malattie rare (che si celebrerà nel mondo il prossimo 28 febbraio) è uno strumento della campagna di sensibilizzazione #Uniamoleforze per la Giornata delle malattie rare, tra le iniziative promosse da Uniamo - Federazione italiana Malattie rare.
Prodotto da Revok e Poti Pictures, divisione cinematografica della cooperativa Il Cenacolo e prima casa di produzione sociale al mondo, ha per protagonista assoluto Tiziano, attore dei Poti Pictures Studios, affetto da una malattia rara.
Oltre a Tiziano ed ai suoi “140 centimetri di pura sfacciataggine”, troviamo però anche Alessandro Benvenuti, attore, regista e scrittore (di cui altro non serve dire) e la voce inconfondibile di Mario Cordova (noto doppiatore di Richard Gere e Bruce Willis), un set allestito all’interno del Museo diocesano di Arte sacra di Arezzo, più di 40 comparse, una doppia regia di Daniele Bonarini e Salvatore Lizzio.
Il sottotesto dello spot è chiaro: se vogliamo cambiare le cose, dobbiamo cominciare a cambiare le parole per definirle. Sarebbe interessante smettere di chiamarle “malattie rare”, perché raro è un termine che in qualche modo attrae e deforma, una parola del lusso (che accostata alla parola “malattia” in effetti tanto un lusso non è), e che dietro alle malattie ci sono sempre le persone.
Un messaggio semplice sulla valorizzazione della diversità, sulla promozione dell’unicità di ogni essere umano, viene “supportato” da un ottimo trattamento filmico e dalla qualità delle riprese, dalla cura dei particolari (come, per l’appunto, la voce fuoricampo) e l’assoluta credibilità della proposta scenica, da facce studiate ma anche molto naturali, e soprattutto da testimonial che non si prendono la scena.
L’esperienza incredibile della Poti Pictures va poi anche oltre il singolo spot, e la singola campagna di sensibilizzazione: è la dimostrazione che non c’è limite alla creatività, all’espressione artistica, e che l’uso dell’ottava arte (il cinema) può essere uno strumento di valore in quanto tale, e non solo per il risultato finale.
Alla prossima, e fate pubblicità.
Ps
L'Alpe di Poti è una piccola montagna vicina ad Arezzo, dove c'è una struttura Parrocchiale al cui interno è nato il progetto (ringrazio l’amico Giovanni Bonacci degli Sbandieratori di Arezzo per la dritta) … ottima scelta per un naming.