Fino a qualche anno fa, parte del volontariato riteneva che non fosse così rilevante occuparsi del fundraising e della comunicazione promozionale. Le cose sono sensibilmente cambiate e oggi anche le organizzazioni di volontariato comprendono come sia cruciale dotarsi di adeguate strategie e strumenti anche su queste aree.
Tutte le associazioni, piccole o grandi che siano, stanno infatti facendo i conti con la paura di non riuscire a trovare nuovi volontari o sufficienti risorse economiche per svolgere le proprie attività. Avvertono quindi l’urgenza di organizzare in maniera adeguata il fundraising e di comunicare le loro necessità ai potenziali donatori (di tempo e di denaro), magari utilizzando nuovi canali quali i social network, il sito web, il blog, la newsletter ecc.
Il digital fundraising, espressione con la quale si identificano le diverse strategie di web marketing applicate alla raccolta fondi (e alla ricerca volontari), oltre che le varie forme di crowdfunding (letteralmente finanziamento dalla folla), rappresenta un insieme di nuove incredibili opportunità per il volontariato.
La facilità di accesso ed utilizzo di alcuni di questi strumenti, genera tuttavia un equivoco, che cioè sia facile (automatico) raggiungere efficacemente e in maniera convincente i propri potenziali volontari o i propri potenziali donatori, solo perché si è online e tutti possono facilmente trovarci. Non è così e spesso le stesse associazioni restano deluse alla prova dei fatti.
Lo scorso anno, proprio andando incontro a queste nuove necessità di approfondimento, Cesvot ha realizzato un e-book sul crowdfunding, a cui ho partecipato insieme ad altri autori, marcando appunto alcuni di questi elementi fondamentali. Cesvot stesso sta offrendo alle associazioni nuove opportunità di riflessione e sviluppo, anche con alcuni progetti speciali (ad es. Porto Volontario con uidu.org, un social network dedicato al mondo del volontariato), proprio per accompagnarle in maniera innovativa all’uso degli strumenti digitali.
E se vuoi un fundraising digitale di successo, ecco le cinque regole d’oro:
Emanuele Gambini è amministratore di Myfundraising srls - www.myfundraising.it, su Twitter @myfundraisingit
Tutte le associazioni, piccole o grandi che siano, stanno infatti facendo i conti con la paura di non riuscire a trovare nuovi volontari o sufficienti risorse economiche per svolgere le proprie attività. Avvertono quindi l’urgenza di organizzare in maniera adeguata il fundraising e di comunicare le loro necessità ai potenziali donatori (di tempo e di denaro), magari utilizzando nuovi canali quali i social network, il sito web, il blog, la newsletter ecc.
Il digital fundraising, espressione con la quale si identificano le diverse strategie di web marketing applicate alla raccolta fondi (e alla ricerca volontari), oltre che le varie forme di crowdfunding (letteralmente finanziamento dalla folla), rappresenta un insieme di nuove incredibili opportunità per il volontariato.
La facilità di accesso ed utilizzo di alcuni di questi strumenti, genera tuttavia un equivoco, che cioè sia facile (automatico) raggiungere efficacemente e in maniera convincente i propri potenziali volontari o i propri potenziali donatori, solo perché si è online e tutti possono facilmente trovarci. Non è così e spesso le stesse associazioni restano deluse alla prova dei fatti.
Lo scorso anno, proprio andando incontro a queste nuove necessità di approfondimento, Cesvot ha realizzato un e-book sul crowdfunding, a cui ho partecipato insieme ad altri autori, marcando appunto alcuni di questi elementi fondamentali. Cesvot stesso sta offrendo alle associazioni nuove opportunità di riflessione e sviluppo, anche con alcuni progetti speciali (ad es. Porto Volontario con uidu.org, un social network dedicato al mondo del volontariato), proprio per accompagnarle in maniera innovativa all’uso degli strumenti digitali.
E se vuoi un fundraising digitale di successo, ecco le cinque regole d’oro:
- Conosci il target
Devi poter conoscere coloro ai quali ti rivolgi e il loro comportamento. Possiamo conoscere le persone che hanno sostenuto la nostra causa, ci sono molti strumenti per poter interagire con loro, per capire le loro motivazioni e i loro sentimenti, senza fermarci solamente al puro dato statistico o economico. - Pianifica i tuoi contenuti
Blog, sito web, Facebook, Twitter, Youtube.. averli tutti non vuol dire comunicare, e utilizzarli tutti non vuol dire farlo bene. I contenuti vanno scelti e pianificati con attenzione, ogni canale deve avere il suo stile comunicativo perché raggiunge target di pubblico diversi. - Focalizzati sugli obiettivi
il tuo obiettivo deve essere chiaro (soprattutto a te!) e devi lavorare solo per raggiungere quello. Se stai raccogliendo fondi utilizza le strategie online SOLO per la raccolta, se cerchi volontari focalizza la tua attenzione su questo. Se hai troppi obiettivi rischi di non raggiurgerne nemmeno uno! - Impara dagli errori e fai nuovi test
Ti sei mai chiesto come si fa a diventare bravo a pianificare campagne digital di raccolta fondi? Sbagliando! Non tutte le scelte fatte portano i risultati sperati, per il futuro basta cercare i motivi del fallimento e evitare di commettere i soliti errori. Ma non basta, bisogna anche saper migliorare i propri successi. Per questo è importante testare sempre cose nuove, nuovi argomenti, nuovi layout, nuovi stili di comunicazione. - Misura!
“Tutto è tracciato”, uno degli aspetti vincenti delle strategie digitali: ogni pagina vista, ogni clic, ogni interazione dell’utente con voi è tracciata, è possibile capire esattamente le conseguenze (positive o negative) di una scelta, di una modifica al sito, di un cambio di immagine sui social.. e se non stai tracciando niente di tutto ciò, non aspettare oltre!
Emanuele Gambini è amministratore di Myfundraising srls - www.myfundraising.it, su Twitter @myfundraisingit