L’Associazione Sante Malatesta Onlus si presenta con una serie di cortometraggi. L’Associazione nata a Pisa 19 anni fa ha per scopo sociale quello di aiutare studenti universitari stranieri che arrivano a Pisa da Paesi in difficoltà per situazioni di guerra, disagio sociale, politico o economico. Un gruppo di volontari cerca di creare un’ambiente familiare per gli studenti che hanno scelto Pisa come loro sede di studio da terre spesso molto lontane, cercando di alleviare problematiche di diversa natura connesse al loro percorso di studio e alla formazione umana.
In questo si arriva spesso ad un’alchimia che porta alla creazione di una comunità di persone in cui si hanno mutui scambi e un generale arricchimento da parte sia dei volontari e che degli studenti aiutati. Questo senso di comunità e di ricchezza di rapporti al centro del video racconto ad episodi realizzato da Roberta Fischetti per il suo lavoro di tesi magistrale in Informatica Umanistica all’Università di Pisa.
Roberta, come ti sei avvicinata all’Associazione Sante Malatesta?
Frequentando la Chiesa Universitaria di San Frediano, conoscevo alcuni ragazzi del Grusf (Gruppo universitario San Frediano) che prestavano servizio presso l’Associazione; volendo intraprendere una nuova esperienza di volontariato ed essendo curiosa di conoscere nuove culture, ho pensato di provare quest’esperienza. Così ho cominciato a fare servizio da Ottobre 2016 e, trovandomi bene sia con i volontari che con gli studenti, ho continuato a farlo fino alla fine dell’anno accademico.
Come mai la scelta di un video racconto?
L’idea è nata parlando con uno studente camerunense della sua scelta di venire a studiare in Italia: sono rimasta davvero colpita dalla sua passione per il corso di studi scelto, dalla sua forza, con cui riesce a stare lontano dalla famiglia, e dalla sua umiltà, grazie a cui ha chiesto aiuto all’associazione. Ho pensato che valesse la pena dare visibilità a cotanta bellezza e il modo migliore per farlo, relativamente alle mie competenze e alle mie passioni, era un video racconto.
Quale tecnica di racconto hai adottato?
Dopo aver studiato diverse teorie secondo cui le storie personali sono dei potenti mezzi per entrare in empatia con un interlocutore altro, ho pensato di realizzare delle video-interviste, concentrandomi sulle questioni relative ai bisogni degli studenti e alle motivazioni dei volontari. Grazie all’aiuto di Emilio Moretti, professionista nel campo del videomaking, ho ripreso otto diversi soggetti; in seguito, ho personalmente curato il montaggio, al fine di creare video brevi e concisi che restino più facilmente impressi nella mente dello spettatore.
Cosa hai scoperto di significativo nelle storie che hai raccontato?
La cosa più bella che ho scoperto è stata la reciprocità del dono; Giuseppina Barsacchi mi ha raccontato le storie di due studenti che, dopo essere stati aiutati dall’associazione, hanno ricambiato donando i propri soldi. La bellezza di tale gesto non sta tanto nell’offerta economica quanto nel senso di comunità che l’associazione è riuscita a creare con questi studenti. Molti di loro, infatti, mi hanno parlato dell’importanza dell’aiuto morale e del sostegno psicologico che hanno sperimentato con i volontari; alcuni hanno addirittura parlato di “seconda famiglia”. E questo è molto importante perché tutto ciò che è scambio relazionale è molto più ricco di uno scambio economico.
Per scoprire le storie dei protagonisti dell’Associazione Sante Malatesta:
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