L’Associazione Famiglie per l’Accoglienza è una rete nata nel 1982 a Milano che oggi conta ben 3900 famiglie e 8000 soci sia in Italia che all’estero. Quanti bambini avete in affido e che tipo di attività svolgete?
Gli affidi a famiglie dell’associazione ad oggi sono, a livello nazionale, 274 a tempo pieno e 72 a tempo parziale. In Toscana operiamo da 25 anni e siamo circa 60 famiglie. Al momento abbiamo in corso l’affido di 8 bambini di età compresa fra 5 e 13 anni. Lo scopo della nostra associazione è quello di sostenere e accompagnare l’esperienza dell’accoglienza nelle sue varie forme (affido, adozione, ospitalità di adulti, ecc.). In analogia con quanto viene fatto a livello nazionale, in Toscana questo sostegno all’affido si realizza attraverso gruppi di mutuo-aiuto con cadenza mensile, incontri formativi con esperti, un punto di ascolto dove operano una assistente sociale e una psicologa, lo sviluppo di una rete fra le famiglie che fanno riferimento all’associazione, la disponibilità a contatti personali sia a scopo informativo che in risposta alle varie problematiche che insorgono nell’esperienza. In questo quadro di attività si inserisce anche il nostro rapporto con alcuni servizi sociali e Centri affido della Toscana, con i quali collaboriamo sia in occasione di iniziative di sensibilizzazione e formazione sia rendendoci disponibili all’affido. L’associazione inoltre fa parte della Rete dell’accoglienza del Forum per i diritti della Famiglia della Toscana.
In Toscana i minori in affidamento sono circa 1000 ma i dati ci dicono che purtroppo diminuiscono le famiglie disponibili. Perché secondo lei? Eppure sono previste forme di sostegno alle famiglie affidatarie e l’affidamento può avere diverse formule, penso ad esempio all’affidamento part time o solo diurno…
Innanzitutto bisogna riconoscere che l’affido generalmente è una esperienza complessa perché ci si trova spesso di fronte a situazioni drammatiche e dove sono coinvolti vari soggetti (il minore, la famiglia d’origine, la famiglia affidataria, i servizi sociali). Questo richiede una maturità di giudizio e di intervento che a volte mettono in crisi la famiglia affidataria soprattutto se si ritrova a vivere questa esperienza in modo “solitario”. Di fronte a queste difficoltà non bastano i sussidi economici e ciò che viene fatto (anche bene) dai servizi sociali e dai Centri Affido ma serve una compagnia direi quasi quotidiana. Da questa considerazione è nata la nostra associazione che vuole essere un punto di riferimento per le famiglie e un aiuto a tenere deste le ragioni iniziali dell’apertura della famiglia proponendo, in condivisione e amicizia, un percorso educativo.
Sull’affidamento familiare c’è molta disinformazione e anche qualche diffidenza. Cosa significa diventare genitori affidatari e accogliere un bambino all’interno della propria famiglia? Quali consigli darebbe ad una famiglia che volesse provare questa esperienza?
Rispondo non solo in base al mio ruolo di presidente (e quindi portando l’esperienza delle nostre famiglie) ma guardando a ciò che abbiamo vissuto e viviamo come famiglia affidataria. Accogliere un bambino e accompagnarlo a diventare grande per un pezzo più o meno lungo della sua vita, permette alla famiglia e al bambino di fare una esperienza di bene per sé ma non solo. Pone nel mondo (che sembra andare in tutta altra direzione) un punto di novità che tutti possono guardare. Il consiglio è quindi di verificare realisticamente le proprie risorse ma di non aver paura di aprirsi a questa esperienza. Con un nota bene: condividete con altri questa avventura.
Spesso l’affidamento viene percepito come un “impegno a tempo” a cui si associa un’idea di provvisorietà e precarietà, tanto che qualcuno si chiede se sia davvero un’esperienza positiva per i bambini e le famiglie. Lei cosa risponde?
Quando tanti anni fa iniziammo l’esperienza dell’affido una amica ci disse “quando si accoglie qualcuno, fosse anche per un giorno solo, lo si incontra per sempre”. Guardando a molte storie di affido delle nostre famiglie, posso dire che anche se un rapporto finisce giuridicamente, il legame con questi bambini rimane e di frequente capita che come adulto vieni coinvolto in tanti passi che i bambini, diventati via via grandi, compiono nella loro vita. Insomma è un’esperienza la cui positività permane e si dilata nel tempo…
Famiglie per l'Accoglienza Regione Toscana
Piazza Dallapiccola 3 - 50144 Firenze
Tel. 329/6745830
e-mail: toscana@famiglieperaccoglienza.it
Gli affidi a famiglie dell’associazione ad oggi sono, a livello nazionale, 274 a tempo pieno e 72 a tempo parziale. In Toscana operiamo da 25 anni e siamo circa 60 famiglie. Al momento abbiamo in corso l’affido di 8 bambini di età compresa fra 5 e 13 anni. Lo scopo della nostra associazione è quello di sostenere e accompagnare l’esperienza dell’accoglienza nelle sue varie forme (affido, adozione, ospitalità di adulti, ecc.). In analogia con quanto viene fatto a livello nazionale, in Toscana questo sostegno all’affido si realizza attraverso gruppi di mutuo-aiuto con cadenza mensile, incontri formativi con esperti, un punto di ascolto dove operano una assistente sociale e una psicologa, lo sviluppo di una rete fra le famiglie che fanno riferimento all’associazione, la disponibilità a contatti personali sia a scopo informativo che in risposta alle varie problematiche che insorgono nell’esperienza. In questo quadro di attività si inserisce anche il nostro rapporto con alcuni servizi sociali e Centri affido della Toscana, con i quali collaboriamo sia in occasione di iniziative di sensibilizzazione e formazione sia rendendoci disponibili all’affido. L’associazione inoltre fa parte della Rete dell’accoglienza del Forum per i diritti della Famiglia della Toscana.
In Toscana i minori in affidamento sono circa 1000 ma i dati ci dicono che purtroppo diminuiscono le famiglie disponibili. Perché secondo lei? Eppure sono previste forme di sostegno alle famiglie affidatarie e l’affidamento può avere diverse formule, penso ad esempio all’affidamento part time o solo diurno…
Innanzitutto bisogna riconoscere che l’affido generalmente è una esperienza complessa perché ci si trova spesso di fronte a situazioni drammatiche e dove sono coinvolti vari soggetti (il minore, la famiglia d’origine, la famiglia affidataria, i servizi sociali). Questo richiede una maturità di giudizio e di intervento che a volte mettono in crisi la famiglia affidataria soprattutto se si ritrova a vivere questa esperienza in modo “solitario”. Di fronte a queste difficoltà non bastano i sussidi economici e ciò che viene fatto (anche bene) dai servizi sociali e dai Centri Affido ma serve una compagnia direi quasi quotidiana. Da questa considerazione è nata la nostra associazione che vuole essere un punto di riferimento per le famiglie e un aiuto a tenere deste le ragioni iniziali dell’apertura della famiglia proponendo, in condivisione e amicizia, un percorso educativo.
Sull’affidamento familiare c’è molta disinformazione e anche qualche diffidenza. Cosa significa diventare genitori affidatari e accogliere un bambino all’interno della propria famiglia? Quali consigli darebbe ad una famiglia che volesse provare questa esperienza?
Rispondo non solo in base al mio ruolo di presidente (e quindi portando l’esperienza delle nostre famiglie) ma guardando a ciò che abbiamo vissuto e viviamo come famiglia affidataria. Accogliere un bambino e accompagnarlo a diventare grande per un pezzo più o meno lungo della sua vita, permette alla famiglia e al bambino di fare una esperienza di bene per sé ma non solo. Pone nel mondo (che sembra andare in tutta altra direzione) un punto di novità che tutti possono guardare. Il consiglio è quindi di verificare realisticamente le proprie risorse ma di non aver paura di aprirsi a questa esperienza. Con un nota bene: condividete con altri questa avventura.
Spesso l’affidamento viene percepito come un “impegno a tempo” a cui si associa un’idea di provvisorietà e precarietà, tanto che qualcuno si chiede se sia davvero un’esperienza positiva per i bambini e le famiglie. Lei cosa risponde?
Quando tanti anni fa iniziammo l’esperienza dell’affido una amica ci disse “quando si accoglie qualcuno, fosse anche per un giorno solo, lo si incontra per sempre”. Guardando a molte storie di affido delle nostre famiglie, posso dire che anche se un rapporto finisce giuridicamente, il legame con questi bambini rimane e di frequente capita che come adulto vieni coinvolto in tanti passi che i bambini, diventati via via grandi, compiono nella loro vita. Insomma è un’esperienza la cui positività permane e si dilata nel tempo…
Famiglie per l'Accoglienza Regione Toscana
Piazza Dallapiccola 3 - 50144 Firenze
Tel. 329/6745830
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