Solitudine, emarginazione, paura sono l’oggetto delle segnalazioni raccolte dal mondo giovanile durante la pandemia da coronavirus. L’allerta sul sostegno psicologico delle persone più vulnerabili è alta, e per questo anche le Nazioni unite hanno lanciato un monito, con la presentazione del rapporto con le linee guida sulla salute mentale e il covid-19 esortando gli Stati membri perché dessero impulso alle azioni globali per la Salute Mentale
In Italia in questi giorni ha acceso grande attenzione la denuncia del Prof. Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza del Bambino Gesù di Roma, che ha posto l’attenzione sull’incremento tra gli adolescenti dei disturbi di ansia, irritabilità, stress e disturbi del sonno, fino ad arrivare ai casi estremi in aumento di autolesionismo e tentato suicidio, come dichiarato in un’intervista rilasciata all’Espresso.
Il crescente senso di solitudine percepito tra gli impatti psicologici della pandemia è presente anche nell’indagine Cesvot sul 2° Rapporto su opinione pubblica e volontariato in Toscana: sono soprattutto i giovani tra i 18 ei 29 anni a dichiarare questo sentimento (90%) e anche un aumento della diffidenza (43,9%).
L’indagine di Telefono Azzurro
A rimarcare la necessità di una maggiore attenzione sull’impatto psicologico e relazionale della pandemia sulle giovani generazioni l’indagine Doxa che Telefono Azzurro ha commissionato per inquadrare e monitorare questi preoccupanti fenomeni. L'indagine è stata condotta da marzo a novembre 2020 con mille interviste settimanali che hanno coinvolto, in questo campione, 311 genitori con almeno un figlio minorenne.
Durante il lockdown, molti bambini e ragazzi sembrano aver sperimentato un senso di solitudine, a causa della chiusura delle scuole e in generale dell’impossibilità di uscire di casa: il 18% dei genitori riferisce una condizione di isolamento dei figli, percentuale che si attesta al 25% in presenza di figli preadolescenti. In linea con quanto riconosciuto nei figli, il 35% genitori è preoccupato rispetto alla perdita di occasioni di socializzazione per i figli con i compagni e gli amici, elemento ancora più pregnante per coloro che hanno figli nella fascia tra i 3 e i 5 anni (42%).
Lo sguardo verso il futuro diventa più critico quanto più i figli sono grandi: il 24% dei genitori con figli adolescenti è spaventato all’idea che questi possano perdere la fiducia verso le possibilità future e il 21% che possano risentire delle difficoltà economiche.
I dati riferiti al Centro di Ascolto e Consulenza (La linea di Ascolto e Consulenza di Telefono Azzurro risponde 24 ore su 24 al numero 1.96.96 ndr.) dal 21 febbraio al 20 maggio 2020, indicano un incremento dei casi gestiti del 14%, con 799 casi di emergenza registrati, una media di 9 al giorno.
Nei mesi di aprile e maggio si è riscontrato, rispetto all’anno precedente, un notevole aumento (+35%) dei casi gestiti dal Centro di Ascolto e Consulenza, con la maggior parte delle richieste provenienti dalla regione Lombardia (21,2%). Il 70% dei casi gestiti con situazioni a danno di uno o più minori è avvenuto nell’abitazione personale.
Per la maggior parte dei contatti la causa scatenante ha a che fare con il tema della salute mentale (28,4%), seguita da situazioni di abuso e violenza (18,55) e difficoltà relazionali (17,96%).
In particolare, le tematiche soggette ad un maggior incremento nell’area relativa alla salute mentale sono state la solitudine (+45%), identità e progetto di vita (+43%). In circa 7 casi su dieci il chiamante individua in un genitore il responsabile della situazione problematica.
Allarmanti anche i numeri provenienti dal 114 Servizio emergenza infanzia con 410 casi gestiti dal 21 febbraio al 20 maggio (+13%). Tra i casi gestiti per cui si è reso necessario l’intervento dei servizi territoriali e/o delle autorità le motivazioni principali sono: ideazione suicidaria (+38%), abuso psicologico (+25%), abuso fisico (+20% rispetto all’anno precedente).
L’esperienza della Fondazione Charlie durante la pandemia
Charlie telefono amico - 800863096 nasce a Pontedera ed è attivo in tutta Italia. Il servizio di ascolto anonimo, riservato e gratuito è attivo da più di trent’anni e rappresenta un punto di riferimento per lo studio del disagio giovanile e adolescenziale, identificando in particolare in quella fascia di età un bisogno di ascolto e supporto crescente.
La Fondazione Charlie Onlus è stata creata nel 1997 con lo scopo di gestire, ottimizzare e pubblicizzare l’attività del numero verde nazionale Charlie Telefono Amico, di potenziare la rete di contatti e collaborazioni e di promuovere attività di ricerca e divulgazione sui temi emergenti dall’attività di ascolto.
Nel mese di ottobre 2020 la Fondazione Charlie Onlus ha divulgato l’interessante studio “Pianeta adolescenza”, in sinergia con l’Istituto Piepoli e Fondazione Pisa, che ha raccolto le testimonianze di un campione di 800 giovani dai 14 ai 25 anni: 400 a livello nazionale e 400 a livello regionale.
“Le rilevazioni sono cominciate prima che scoppiasse la pandemia da coronavirus per cui il quadro dello studio va oltre l’impatto psicologico derivato dalla crisi pandemica ma ci offre un quadro esteso e approfondito della condizione giovanile, con attitudini e tendenze. Possiamo dire che benché il sentimento che abbiamo registrato maggiormente sia legato a un atteggiamento di fiducia e di speranza, non mancano elementi di manifestazione di disagio: 3 adolescenti su 10 ad esempio rivelano d aver pensato al suicidio e circa a un terzo delle ragazze e ad un quinto dei ragazzi è capitato di essere oggetto di atti di bullismo.
Per quanto concerne il Covid-19, emerge una visione consapevole e responsabile (pochissimi non hanno rispettato le regole durante il lockdown) e un approccio ragionevole e lungimirante: la stragrande maggioranza (l’83% in Toscana) pensa che la situazione si risolverà ma in molto tempo e circa il 50% del campione spende con oculatezza pensando alle conseguenze economiche della pandemia” spiega Francesca Barberi Responsabile comunicazione, progetti e relazioni esterne per la Fondazione Charlie.
“Charlie Telefono amico è sempre rimasto attivo anche nei mesi di lockdown, con numero telefonico, sito e chat. Non abbiamo registrato durante quei mesi un aumento delle richieste di emergenza legate a ideazione suicidaria o autolesionismo, ma una forte richiesta di supporto per problematiche relazionali, senso di emarginazione, solitudine, incomprensione, difficoltà a gestire la quotidianità.
La problematica relazionale ed emotiva deve essere centrale soprattutto in questi mesi. Stiamo lavorando a nuovi progetti con le scuole di Pontedera, creando gruppi di lavoro con i docenti, proprio per monitorare e approfondire le difficoltà legate all’impatto relazionale ed emotivo della didattica a distanza, per capire come dare una migliore risposta al bisogno dei ragazzi di contatto emotivo, pensando al futuro e facendo tesoro delle esperienze e dei segnali in corso” conclude Francesca Barberi.
Foto di Alexandra Bergamo - Progetto Fiaf CSVnet - Tanti per tutti viaggio nel volontariato italiano