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File - Fondazione Italiana di Leniterapia: il volontariato del fine vita durante il Covid

I volontari di File hanno dovuto ridimensionare le loro attività ma non hanno rinunciato alla loro speciale opera di supporto.

Ogni giorno dal 2002, FILE – Fondazione Italiana di Leniterapia si prende cura del malato cronico in fase avanzata o terminale, supportando anche la sua famiglia nel percorso di malattia e nella difficile fase successiva alla perdita. Le équipe sanitarie ed i volontari assistono persone con una malattia inguaribile, sia di tipo oncologico che non oncologico, ne tutelano la dignità e la qualità della vita, rispondendo non solo ad esigenze sanitarie complesse ma anche a bisogni psicologici, relazionali, spirituali. Alla base del percorso di assistenza c’è l’accompagnamento umano della persona malata e di coloro che le stanno vicino.Il servizio di Cure Palliative - Leniterapia offre tutto questo a domicilio, in hospice, negli ospedali dell’Azienda USL Toscana Centro e all’interno delle residenze sanitarie assistenziali del territorio. Il servizio è attivo nelle Città di Firenze e Prato e nelle rispettive province in oltre 50 comuni del territorio. Le attività di assistenza sono gratuite e portate avanti da uno staff sanitario qualificato e da volontari preparati a prendersi cura della persona malata e della sua famiglia.

Mariella Orsi, Responsabile formazione volontari, coordinatrice del Comitato scientifico e volontaria di File, ci ha raccontato delle attività che la Fondazione ha portato avanti in questi mesi grazie alle rete di volontari, e dei bisogni e delle necessità emerse tra di loro.

“Dalla prima fase Covid i volontari non hanno più avuto accesso agli hospice e questo ci ha portato a riformulare e ripensare le loro attività supportando la forte volontà di continuare a svolgere la propria azione di accoglienza e supporto dei malati terminali e delle loro famiglie. 

Una delle attività fondamentali in cui sono stati coinvolti è stata quella della consegna e del ritiro di farmaci e ausili sanitari a domicilio. In pratica, si tratta di fornire alle famiglie una serie di ausili sanitari che possono rendersi necessari durante il percorso domiciliare di Cure Palliative, anche perché la condizione della persona malata cambia continuamente e servono sempre farmaci nuovi e diversi fino alla fine dell’assistenza. Così, in attesa di poter tornare a svolgere il proprio servizio a pieno regime, i volontari di FILE si sono reinventati per riuscire comunque a far sentire la propria presenza. Inoltre, questa attività, anche se modificata dalle esigenze dovute alle norme sanitarie, ha segnato una possibilità di contatto e supporto con le persone che hanno perso un proprio caro e ha combattuto un senso di solitudine che poteva apparire insormontabile.

Volontari e operatori sono stati fondamentali anche nell’elaborare nuove modalità che permettessero ai 5 gruppi di auto mutuo aiuto di FILE per l’elaborazione del lutto di continuare a confrontarsi tramite le videochiamate che hanno per il momento dovuto sostituire gli incontri vis-à-vis. In questo modo siamo riusciti a continuare ad accogliere anche nuovi contatti che cercavano supporto in questo percorso di condivisione.

Abbiamo utilizzato la tecnologia anche per continuare ad avere un contatto tra gli ospiti degli hospice e i propri cari e i nostri volontari, proprio per questo in questi mesi abbiamo donato a diversi hospice queste tipologie di strumenti.

Attualmente abbiamo più di 100 volontari sul territorio e continuiamo a fare formazione ogni due mesi con le modalità del webinar. Tanti volontari sono attualmente coinvolti anche nella gestione del nostro e-shop di Natale con la campagna “Panettone per file” con cui sosteniamo il nostro servizio di cure palliative a supporto dei malati inguaribili in fase avanzata e delle loro famiglie, un progetto fondamentale in particolare in quest’anno così difficile, non potremo infatti contare sul nostro tradizionale mercato di Natale.

Sono tante le riflessioni che ci hanno toccato in questi mesi segnati dal Covid. Tra i temi emersi in particolare c’è quello che definirei un senso di spiritualità laica, una necessità di capire chi siamo e fare memoria della nostra storia e di quella dei nostri cari. Tante persone con cui siamo stati in contatto sono scomparse, tanti non hanno potuto elaborare il distacco, primo passo dell’elaborazione del lutto. In genere siamo abituati sempre a trovare “causa ed effetto” della realtà ma stavolta ci siamo fermati e abbiamo imparato ad “essere pronti”. A questo aggiungiamo il forte desiderio mostrato dai tanti volontari di essere partecipi con il loro supporto, sperare di tornare presto a quella relazionalità che è al centro della nostra accoglienza e del nostro supporto”.

 

Foto di File - Fondazione Italiana di Leniterapia

 

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