Quasi mezzo milione di italiani è affetto da dipendenza da gioco e cresce la quota dei giovani tra 15 e 19 anni. Se guardiamo al web, un giocatore online su dieci (9,7%) è potenzialmente a rischio. Questo l'identikit del giocatore patologico: maschio (78%), vive solo, ha spesso almeno un genitore con problemi analoghi, è meno capace di gestire il denaro e quindi più esposto al sovraindebitamento.
Gli uomini sono anche i più colpiti dalla dipendenza da sesso (3-5% della popolazione), mentre le donne sono più spesso affette da shopping compulsivo, in particolare tra i 23 e i 31 anni, come rivela uno studio della Società italiana di intervento sulle patologie compulsive.
Tra le cosiddette “dipendenze comportamentali” in aumento le tecnodipendenze (cellulari, videogiochi, ecc.), in particolare quelle legate ad internet: si stima che siano a rischio il 10% dei navigatori. I giovani i più esposti (13%), soprattutto se maschi tra 11 e 14 anni, come evidenziato nel recente convegno “Naufraghi nella rete. Adolescenti e abusi mediatici”, organizzato a Grosseto dall'Asl 9 - Unità Funzionale Dipendenze, in collaborazione con l'associazione Ofelia e con il patrocinio di Cesvot.
Dati preoccupanti che negli ultimi anni hanno portato alla nascita di gruppi e associazioni e ad una maggiore collaborazione tra volontariato e servizi pubblici soprattutto sul fronte del gioco patologico. Come è successo ad Arezzo, dove la sinergia tra l'associazione Mirimettoingioco e il Sert ha permesso la realizzazione dello spot “E' ancora un gioco?”.
All'interno del Sert di Arezzo è stata anche costituita l'équipe multidisciplinare Gruppo Gand (Gioco d'azzardo e nuove dipendenze), mentre l'associazione ha attivato un gruppo di auto aiuto per giocatori, dipendenti da shopping compulsivo e loro familiari.
In Toscana è presente anche l'Associazione Giocatori Anonimi con 5 gruppi di auto aiuto: 3 a Firenze, 1 a Livorno ed 1 a Grosseto. L'auto aiuto rappresenta, infatti, un importante strumento di supporto. Secondo lo studio “I gruppi di auto aiuto in Italia”, condotto dal Coordinamento Toscano Gruppi Auto Aiuto e pubblicato da Cesvot, in Italia i gruppi di auto aiuto sulle nuove dipendenze risultavano nel 2006 almeno 50 - una stima per difetto - concentrati soprattutto nel nord e rivolti in gran parte ai giocatori.
In aumento anche i centri di ascolto e accoglienza, come quello per giocatori patologici inaugurato a Livorno dall'associazione San Benedetto (leggi l'intervista). Il Ceart - Coordinamento Enti Ausiliari Regione Toscana ha aperto, invece, sul territorio regionale sportelli di ascolto e counselling per vecchie e nuove dipendenze e, con il sostegno di Cesvot, promuove il progetto Pregio-Prevenzione Giovanile. Attraverso pratiche di peer education, il progetto ha lo scopo di sensibilizzare adolescenti italiani e stranieri al 'consumo problematico'.
Importante il contributo delle associazioni anche nella formazione di volontari, operatori, genitori e insegnanti. In questo ambito segnaliamo i corsi promossi, grazie al sostegno di Cesvot, da Ceart, associazione Eccetera di Vaiano, Ogap-Associazione Operatori Gruppi Polidipendenze di Carrara e Cif di Arezzo che lo scorso anno ha realizzato il corso “Dall'uso all'abuso. Vecchie e nuove forme di dipendenza”, in collaborazione con Acat, Acli, Agesci, associazioni Il Sorriso e I Care.
Infine segnaliamo la Rete Cedro – Rete dei centri di documentazione sulle dipendenze patologiche, promossa dalla Regione Toscana. Composta da 5 centri, festeggia i suoi 10 anni di attività il prossimo 10 giugno con un incontro presso il Consiglio Regionale Toscano.
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