Dal 19 al 21 settembre 2012 si terrà a Firenze il congresso, organizzato dal Cesvot, The digital world challenges library automation: guidance and projects for a new collection management. Il congresso è promosso da Adlug - Automation & Digital Libraries Users Group, organizzazione bibliotecaria internazionale di cui il Cesvot fa parte e di cui coordina il gruppo italiano.
Immaginiamo un lettore che si chieda: “E che c’entra il Cesvot?”, “Questo congresso non è una perdita di tempo e di soldi?”. Sui costi è semplice rispondere: il congresso è interamente finanziato da sponsor e dalle iscrizioni dei partecipanti. Il Cesvot ha una funzione organizzativa e di consulenza scientifica.
Le altre questioni meritano una riflessione più articolata. Il progetto Cesvot “Non ti scordar di te” continua ad essere all’avanguardia, anche a livello europeo, soprattutto per l’approccio metodologico adottato. Le associazioni di volontariato, infatti, si possono definire un “ecosistema documentario naturale” la cui identità è rappresentata dai documenti che producono o acquisiscono spontaneamente, conservati nel loro archivio, o che raccolgono e producono volontariamente, conservati nella loro biblioteca.
Per salvaguardare l’ecosistema è necessario intervenire su entrambe le tipologie documentarie, mantenendone le peculiarità e trovando forme di integrazione tra biblioteca ed archivio, ancora oggi poco sperimentate. E’ fondamentale, inoltre, la cooperazione tra professionisti, bibliotecari ed archivisti, che normalmente operano separatamente, e la formazione di volontari con competenze di base sulla gestione dei documenti.
La documentazione non è quindi estrapolata dal contesto di provenienza, ma rimane nelle associazioni come strumento di lavoro e come rappresentazione di ciò che esse diventano nel tempo. Il Cesvot, dunque, ha definito un modello di intervento, una buona prassi che, se esportata in altri contesti, potrebbe ridefinire la centralità della gestione documentale per migliorare l’efficienza di un ente, valorizzarne la memoria storica e il patrimonio culturale.
Una risposta al nostro lettore, quindi, potrebbe essere questa: la partecipazione alle attività di Adlug ed il convegno di settembre sono un’importante occasione per valorizzare le attività promosse dal Cesvot presso addetti ai lavori provenienti da diversi paesi europei.
C’è poi un ultimo aspetto relativo all’aggiornamento e lo scambio sulle tecnologie e gli standard archivistici e bibliografici in cui l’innovazione è continua ed imprescindibile. Se il nostro lettore, a questo punto, non è più perplesso, ma incuriosito abbiamo raggiunto l’obiettivo. Non ci resta che invitarlo a partecipare ad almeno una delle giornate del convegno o in alternativa a leggere il resoconto che ne faremo su Pluraliweb.
Immaginiamo un lettore che si chieda: “E che c’entra il Cesvot?”, “Questo congresso non è una perdita di tempo e di soldi?”. Sui costi è semplice rispondere: il congresso è interamente finanziato da sponsor e dalle iscrizioni dei partecipanti. Il Cesvot ha una funzione organizzativa e di consulenza scientifica.
Le altre questioni meritano una riflessione più articolata. Il progetto Cesvot “Non ti scordar di te” continua ad essere all’avanguardia, anche a livello europeo, soprattutto per l’approccio metodologico adottato. Le associazioni di volontariato, infatti, si possono definire un “ecosistema documentario naturale” la cui identità è rappresentata dai documenti che producono o acquisiscono spontaneamente, conservati nel loro archivio, o che raccolgono e producono volontariamente, conservati nella loro biblioteca.
Per salvaguardare l’ecosistema è necessario intervenire su entrambe le tipologie documentarie, mantenendone le peculiarità e trovando forme di integrazione tra biblioteca ed archivio, ancora oggi poco sperimentate. E’ fondamentale, inoltre, la cooperazione tra professionisti, bibliotecari ed archivisti, che normalmente operano separatamente, e la formazione di volontari con competenze di base sulla gestione dei documenti.
La documentazione non è quindi estrapolata dal contesto di provenienza, ma rimane nelle associazioni come strumento di lavoro e come rappresentazione di ciò che esse diventano nel tempo. Il Cesvot, dunque, ha definito un modello di intervento, una buona prassi che, se esportata in altri contesti, potrebbe ridefinire la centralità della gestione documentale per migliorare l’efficienza di un ente, valorizzarne la memoria storica e il patrimonio culturale.
Una risposta al nostro lettore, quindi, potrebbe essere questa: la partecipazione alle attività di Adlug ed il convegno di settembre sono un’importante occasione per valorizzare le attività promosse dal Cesvot presso addetti ai lavori provenienti da diversi paesi europei.
C’è poi un ultimo aspetto relativo all’aggiornamento e lo scambio sulle tecnologie e gli standard archivistici e bibliografici in cui l’innovazione è continua ed imprescindibile. Se il nostro lettore, a questo punto, non è più perplesso, ma incuriosito abbiamo raggiunto l’obiettivo. Non ci resta che invitarlo a partecipare ad almeno una delle giornate del convegno o in alternativa a leggere il resoconto che ne faremo su Pluraliweb.