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Il commento e i consigli del nostro esperto di comunicazione e marketing, Bruno Lo Cicero per dare alle associazioni nomi con appeal.

Il 28 febbraio è la giornata dedicata alla lotta contro le malattie rare. Centinaia, forse migliaia di associazioni in Italia lavoreranno unite per fare emergere queste patologie dal silenzio in cui un sistema miope le lascia, per far riconoscere i pochi malati come persone bisognose di una cura, tanto quanto i milioni che si prendono un raffreddore.

Una nuova nata tra queste associazioni è l’Associazione Nazionale Malattie Rare Dermo Vascolari (AS.NA.MA.RA.DE.VA). Perché lo scrivo così …? Perché è orgogliosamente il suo nome, anche se pubblicitariamente potrebbe rischiare di non avere un grande appeal.

Le sigle, gli acronimi e gli acrostici sono strutture linguistiche che tendono a rendere identificabile un nome complicato e “brandizzarlo”. Nel tempo le sigle modificano anche i connotati diventando altro, come nel mondo delle auto, in cui oggi dire Volkswagen significa pensare qualcosa di molto lontano dall’originario significato di “auto del popolo”.  

Nel mondo associativo sentiamo acronimi di tutti i tipi, e nell’elenco regionale toscano almeno il 70% dei nomi delle associazioni sono acronimi o sigle: è un valido espediente di marketing (ovvero di identificazione) che semplifica la rigidità di un nome complesso e lo rende, come per un prodotto, memorizzabile velocemente. Perché segnalare AS.NA.MA.RA.DE.VA. che in apparenza è un acrostico poco memorizzabile?

Primo: non è così poco memorizzabile.

Se fate lo sforzo di mettervelo in testa (come per le tabelline) non ve lo dimenticate più. Il problema è che nessuno - o quasi – impara o ricorda più le tabelline … ma forse una sigla ha miglior fortuna, quindi l’idea è buona.

Secondo: per ipotizzare una possibile evoluzione.

Se levassimo As.Na. (che tutto sommato non serve a molto) e lasciassimo Ma.ra.de.va. la memorizzazione diventerebbe ancora più facile, e sarebbe utile anche per la narrazione, per lo story-telling. Maradeva potrebbe diventare il personaggio inventato nelle storie di malattia e cura. Maradeva potrebbe essere riconosciuta come una amica, una confidente, un avvocato, una che protesta … Maradeva ha nel nome il piglio della combattente.

Alle associazioni gli acronimi-acrostici-sigle piacciono, perché rendono semplice e corto un concetto lungo e complicato (questo è il loro ruolo); ma sono pericolosi, perché col tempo può succedere che si calcificano sul concetto, o rischiano di fargli perdere potenza (un po' come la curva a zig-zag che, in termini di marketing, sta ancora compiendo la parola Onlus).

Quando pensiamo a questa soluzione, dobbiamo quindi pensare anche al futuro, al momento in cui tra alcuni anni i nuovi volontari in quella sigla ci si dovranno riconoscere, dovendola usare come bandiera e veicolo della loro identità associativa, un nome a cui tutti attribuiranno dei valori condivisi.

Il terzo motivo: per fargli pubblicità (nel mio piccolo).

Il brand AS.NA.MA.RA.DE.VA. (come tutti gli altri) si merita di essere ricordato, di avere un futuro ed una speranza … perché finalmente la “malattia rara” sia considerata prima di tutto una malattia, e solo dopo rara (molto dopo, diciamo mai).

Alla prossima, e fate pubblicità.

 

 

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