Sono contesti sociali, ambientali e relazionali complicati quelli che dettano la necessità di accompagnare bambini e ragazzi nel percorso dell'affido: conflitti, violenza, trascuratezze ed abbandono ma anche gravi difficoltà momentanee del nucleo familiare.
In questo numero cerchiamo di proporre dati, numeri ma soprattutto punti di vista e approfondimenti.
Fra le tante questioni che abbiamo avuto modo di conoscere lavorando su questo argomento, fra le informazioni che abbiamo acquisito ed i protagonisti che abbiamo incontrato, una questione rimane centrale ed emergente: il meraviglioso istituto dell’affido familiare soffre della carenza di persone e famiglie disponibili a condividerlo.
C'è bisogno, allora, di lavorare insieme per ritrovare la disponibilità delle persone, per far conoscere loro le strade dell'affido anche attraverso nuove ed efficaci campagne di informazione pubblica.
Perché è bene sapere che sono diverse le modalità attraverso le quali ci si può rendere disponibili ad accogliere: prossimità familiare, affido part time, affidi lunghi.
I numeri parlano chiaro: sono molti di più i bambini e gli adolescenti che hanno bisogno rispetto agli adulti che danno risposte.
E’ vero che è un’esperienza complessa, che gli attori in campo sono molti e diversi: il minore, la famiglia d’origine, la famiglia affidataria, i servizi sociali.
Ma c’è anche il volontariato che, come ci suggerisce nella sua bella intervista Luciano Cristoferi, presidente associazione Famiglie per l’accoglienza, è punto di riferimento per le famiglie, conforto, compagnia, percorso educativo, scambio di esperienze.
Un volontariato che conosce e agisce bene il suo ruolo in un sistema complesso. Mi piace chiudere con le sue parole “quando si accoglie qualcuno, fosse anche per un giorno solo, lo si incontra per sempre”.
Per le foto di questo numero un sentito grazie alla Famiglia Harder e al Centro Affidi del Comune di Firenze.
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