Partecipazione dei cittadini alla programmazione, alla valutazione e al controllo dei servizi pubblici locali. Un diritto affermato con chiarezza dall’art. 2 della Legge finanziaria 2008 che individua alcuni strumenti e metodologie, come la carta dei servizi da redigere di intesa con le associazioni o le verifiche periodiche da effettuale con le associazioni dei consumatori per valutare la qualità e l’efficacia dei servizi. Tuttavia, secondo le associazioni dei consumatori, ad oggi quella norma è pressochè ‘lettera morta’ e ciò non senza danni, anche economici.Perché servizi pubblici poco partecipati e controllati dai cittadini tendono ad essere più inefficienti e costosi (leggi l’articolo di Annibale Quaresima).
Come mostra l’ultima Relazione Pit sui servizi dal titolo “Servizi e cittadini: lo spread dei diritti” presentata da Cittadinanzattiva, i cittadini hanno chiare le criticità. Il fisco è in testa nella scala dei disservizi della pubblica amministrazione (30% delle lamentele), mentre pubblica amministrazione e servizi pubblici locali raccolgono il 25% delle lamentele degli italiani: servizi idrici (39%), trasporti pubblici (25%) e rifiuti (15%) i più critici. In particolare un cittadino su quattro lamenta disservizi nei trasporti locali soprattutto rispetto a irregolarità (34%) e numerosità delle corse (28%), condizioni igieniche dei mezzi (14%), condizioni delle fermate (13%), servizio clienti (6%) e barriere architettoniche (5%).
Ma sono i servizi idrici il grande problema con errori di fatturazione (40%), tariffe elevate (19%) e interruzioni del servizio (18%). Inoltre il Forum italiano dei movimenti per l’acqua denuncia come ad oggi non sia stata ancora attuata la volontà di oltre 27 milioni di italiani che lo scorso giugno hanno votato ‘sì’ al referendum sull’acqua (leggi l’intervista a Fiorenza Bettini).
Le lamentele dei cittadini non si fermano ai servizi pubblici locali. Le 8.722 segnalazioni contenute nel rapporto di Cittadinanzattiva evidenziano in generale “aziende incattivite dalla crisi e consumatori allo sbaraglio, sul fronte economico e delle tutele”. Gli italiani denunciano disservizi e abusi soprattutto nei settori telecomunicazioni (22%), energia (17%) e banche (15%).
Ogni criticità segnalata, come sottolinea il rapporto, è una lesione ai diritti dei cittadini e dei consumatori che il Codice del consumo varato nel 2005 individua con chiarezza. All’art. 2 del Codice si legge, infatti, che “ai consumatori ed agli utenti sono riconosciuti come fondamentali i diritti”:
- alla tutela della salute;
- alla sicurezza e alla qualità dei prodotti e dei servizi;
- ad una adeguata informazione e ad una corretta pubblicità;
- all'esercizio delle pratiche commerciali secondo principi di buona fede, correttezza e lealtà;
- all'educazione al consumo;
- alla correttezza, alla trasparenza ed all'equità nei rapporti contrattuali;
- alla promozione e allo sviluppo dell'associazionismo libero, volontario e democratico tra consumatori e gli utenti;
- all'erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità e di efficienza.
In Toscana i diritti e la tutela dei consumatori utenti trovano un riconoscimento forte nella legge regionale del 2008 (n. 9/2008), grazie alla quale è stato istituito l’Elenco regionale delle associazioni dei consumatori, che oggi conta 12 associazioni, e il Comitato regionale consumatori utenti (Cru). Il Cru, nel quale siedono le associazioni iscritte all’elenco, ha il compito di esprimere parerisu atti e proposte di legge, proporre alla Giunta Regionale studi e iniziative in tema di consumi e suggerire azioni coordinate con imprese e pubblica amministrazione per sviluppare migliori standard qualitativi in merito a beni e servizi.
Inoltre dal 2003 è attiva la rete degli sportelli Prontoconsumatore, costituita oggi da 92 sportelli e 200 punti di assistenza sparsi in tutta la Toscana e gestiti dalle associazioni toscane dei consumatori (leggi intervista a Marco Festelli). Le associazioni toscane contano complessivamente 39mila iscritti e 234 operatori, di questi 42% sono volontari, 30% collaboratori, 28% avvocati (Report sul consumo in Toscana 2010). Nel 2011 i 92 sportelli Prontoconsumatore hanno aperto 12mila pratiche, dalle quali emerge un progressivo aumento dei contenziosi sui servizi pubblici liberalizzati.
Che i servizi pubblici, locali e non, rappresentino la ‘spina nel fianco’ dei cittadini lo confermano anche i dati del Difensore Civico della Toscana. L’ultima relazione annuale evidenzia un incremento delle istanze riguardanti i servizi pubblici. Da 256 istanze nel 2010 si è passati a 451 nel 2011, ovvero il 23,3% di tutte le pratiche aperte dal Difensore Civico nel 2011 (1.933). Acqua, energia, telefonia, trasporti i servizi più critici.