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Non solo numeri

320 le banche del tempo in Italia

La prima banca del tempo nasce nel 1992 a Parma per iniziativa di un gruppo di pensionati ma l'antesignana delle banche nasce a Sant'Arcangelo di Romagna nel 1995 su proposta del Comitato Pari Opportunità del Comune. Socialità, reciprocità, solidarietà e gratuità: questi gli ingredienti delle banche del tempo, il cui scopo è creare uno scambio circolare e gratuito di saperi e servizi. Oggi in Italia si contano almeno 320 banche del tempo (Bdt) che solo a Roma coinvolgono 7500 persone e in Lombardia 5000. Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna le regioni con il numero più alto.

Secondo l'indagine promossa nel 2010 dalla Provincia di Torino e dall'Associazione Nazionale Banche del Tempo, fondata nel giugno 2007, il 70% delle Bdt sono associazioni, il 53% delle quali di promozione sociale. Il 47% è stato promosso da un gruppo di cittadini, il 25% da un'associazione già esistente. Gli iscritti sono soprattutto donne e anziani. Il 55% delle banche dichiara di effettuare un numero di scambi che va da 1 a 600 all'anno. Buona parte degli scambi riguarda attività di cura e aiuto domestico, attività ricreative e scambi di saperi. Il 60% delle banche del tempo ha una convenzione con l'amministrazione comunale, tuttavia il 73% non partecipa a nessuna rete di banche del tempo o ad altre reti (69%). Il 63% svolge anche attività formative sul territorio.

In Toscana le banche del tempo sono 14 (vedi elenco), 4 solo a Firenze, città che nel 1999 ha visto anche una delle prime Bdt in ambito scolastico. La gran parte delle Bdt toscane nasce all'interno di altre associazioni o è promossa da gruppi di cittadini con il sostegno di Comuni e Circoscrizioni. La legge 53/2000 Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità e per il coordinamento dei tempi delle città, all'art. 27 prevede, infatti, che gli enti locali possono sostenere e promuovere la costituzione di banche del tempo per favorire lo scambio di servizi di vicinato, facilitare l'utilizzo dei servizi della città, il rapporto con le pubbliche amministrazioni e la solidarietà nelle comunità locali.

Un importante sostegno allo sviluppo delle banche del tempo toscane è venuto dal progetto Equal “Tempo: Territorio e Mainstreaming per le Pari Opportunità” (2005-2007), promosso da Comune e Provincia di Firenze e dal Comune di Prato, con la collaborazione di enti e associazioni. Grazie al progetto, infatti, è nata la banca del tempo di Prato, presso il Laboratorio del Tempo, e tre delle Bdt fiorentine si sono unite fondando l'Associazione Banche del Tempo di Firenze (leggi intervista). Il progetto ha inoltre permesso di attivare a Firenze e Prato vari interventi - tra servizi, materiali informativi, seminari e percorsi formativi - sul tema “tempi e spazi della città”.

Negli ultimi anni, il fenomeno 'banche del tempo' sta conoscendo ulteriori sviluppi con l'incalzare della crisi e grazie ad una maggiore diffusione di nuove forme di 'economia solidale'. In alcune grandi città sono nate banche del tempo con sportelli tematici, come quelli dedicati alla cucina, alla musica o all'informatica. A Roma, Palermo e Torino, invece, sono state aperte banche del tempo multiculturali che, valorizzando lo scambio tra autoctoni e nuovi residenti, rappresentano un importante strumento di solidarietà e integrazione interculturale. A Roma e Ostia nelle banche del tempo multiculturali promosse dall'associazione Sos Razzismo i soci si scambiano cibi, lezioni di lingua, corsi di ballo e tante altre attività che fanno parte della quotidianità di tutti, italiani e stranieri.

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