Gli approfondimenti di Cesvot

“Oltre gli orrori del Forteto”, la vita delle vittime dopo i maltrattamenti

Presentati in un convegno i primi risultati del progetto a sostegno dei giovani e adulti che hanno subito abusi

Un percorso durato due anni con le 40 persone che hanno subito gli orrori del Forteto. Un lungo lavoro articolato in percorsi psicologici e sociali, lavorativi e abitativi fatto insieme ai giovani e agli adulti vittime di maltrattamenti e abusi. I primi risultati del progetto "Oltre. Percorsi verso l’autonomia” sono stati presentati lo scorso 10 ottobre nel convegno “Oltre gli Orrori del Forteto” che si è tenuto all’Istituto degli Innocenti a Firenze.

Il progetto, finanziato a ottobre 2015 dalla Regione Toscana, ha come capofila - da esito di avviso pubblico -  l’Associazione Artemisia, in collaborazione con la Società della Salute del Mugello, Formazione Co&So Network, Anci Toscana e Auser Abitare Solidale.

Il convegno, grazie al contributo dei tanti relatori, ha rappresentato un momento di confronto e di riflessione su una vicenda complessa e dolorosa, dopo anni di silenzio. Sono stati presentati alcuni aspetti del lavoro svolto in questi due anni con le persone che hanno subito  maltrattamenti dall’impatto traumatico particolarmente distruttivo perché avvenuto in un luogo che doveva essere protettivo, all’interno di un contesto istituzionale apprezzato e riconosciuto che ne ha ostacolato la rivelazione.

“Oltre. Percorsi verso l’autonomia” è un progetto importante e unico nel suo genere, che ha richiesto un intervento molto complesso e articolato, come sottolineano Petra Filistrucchi e Patrizia Bucarelli  dell’Associazione Artemisia. “I danni prodotti dal sistema Forteto hanno un altissimo livello di specificità, si trattava infatti di un sistema perverso e tentacolare di regole, valori e significati che ha creato un mondo parallelo, chiuso, che è stato capace di intrappolare i singoli in una solitudine irreversibile e di precludere ogni movimento di autonomia. Chi è uscito e chi esce ha dovuto, e deve, ripartire da lì, da una vita da costruire e ricostruire in mezzo alle macerie. Un punto cardine del lavoro nel progetto è rappresentato dalla convinzione che per intervenire a supporto di una persona vittima di simili gravissimi maltrattamenti istituzionali sia necessario lavorare su diversi piani, in diversi ambiti, coinvolgendo ed integrando le diverse professionalità espresse da tutti i partner, pubblici e privati, ed avere particolare cura e attenzione all’articolazione ed alla co-costruzione con i destinatari dei percorsi stessi”.

La terribile vicenda ha danneggiato inevitabilmente anche il senso di comunità, compromettendo il rapporto di fiducia tra cittadini e il mondo delle istituzioni e dei servizi. “Nel lavoro quotidiano a fianco alle vittime - spiega Massimo Braganti, direttore Società della Salute del Mugello  è emerso quanto sia centrale continuare il lavoro con la comunità locale, con gli operatori sociali e sanitari e con i professionisti coinvolti nella gestione delle situazioni. Tra marzo e luglio abbiamo per questo articolato un percorso formativo che si concluderà con la giornata del prossimo 10 ottobre e ha accompagnato i discenti in un percorso che a partire dall’approfondimento delle caratteristiche e degli effetti del trauma relazionale è giunto ad analizzare gli elementi distintivi delle sette e del loro funzionamento e, infine, nel corso dell’ultima giornata, la specificità della vicenda Forteto”

“Per la Regione Toscana - commenta Stefania Saccardi, Assessore al Welfare Regione Toscana - è fondamentale essere riusciti a promuovere un progetto finalizzato a coniugare gli obiettivi di aiuto e sostegno alle persone fuoriuscite dalla comunità del Forteto, con la necessità che ciò avvenisse agendo sulla consapevolezza e la responsabilità della comunità territoriale e regionale. Significativi risultati sono stati raggiunti grazie all'impegno dei soggetti attuatori del progetto 'Oltre' ma molto lavoro resta da compiere – e la Regione sarà attenta e coinvolta nel sostenere questo percorso – per completare e dare continuità nel tempo, nell'esclusivo interesse delle persone seguite, agli sforzi compiuti in questi due anni”. 

"Speriamo che il convegno rappresenti un passo ulteriore nella costruzione di una narrazione comune della vicenda Forteto - dichiara Sergio Pietracito, Associazione Vittime de Il Forteto - la risposta della comunità e delle istituzioni infatti è centrale per proseguire le azioni e i percorsi di sostegno alle vittime e il confronto consapevole sull’accaduto è necessario a condividere riflessioni utili alla prevenzione di simili maltrattamenti istituzionali”.

"Nello specifico della nostra linea di azione inerente al lavoro - spiega Marco Antonucci, di FormAzione Co&SO Network abbiamo incontrato persone che hanno avuto una precoce e consistente entrata nel mondo del lavoro. Questo ha comportato per quasi tutti i minori accolti l’abbandono della scuola al raggiungimento dell’obbligo formativo, l’impossibilità di misurarsi in contesti esterni e di acquisire certificazione delle competenze (anche poliedriche e specialistiche) che hanno maturato in relazione agli interessi produttivi della cooperativa stessa. Le azioni, dirette all’accompagnamento al lavoro e al monitoraggio dei percorsi di inclusione sociale e lavorativa delle vittime, si sono realizzate sino ad ora grazie soprattutto alla rete consortile del Gruppo Cooperativo Co&So e alle cooperative sociali operanti nei territori interessati. A tal proposito il convegno rappresenta anche un’occasione importante per incoraggiare e sostenere un processo di sensibilizzazione e coinvolgimento della comunità locale, che, seppur ancora incerto, rappresenta un elemento essenziale nella costruzione di nuove opportunità e risposte non standardizzate ai bisogni, in particolare lavorativi e abitativi delle persone”.

“La ricerca dell’autonomia abitativa - è il commento di Gabriele Danesi di Auser Abitare Solidale - è stato un altro tassello per garantire ad alcune delle persone seguite processi di emancipazione da un passato che li ha privati dei più comuni strumenti di autonomia personale. Non potendo ricorrere alle forme di abitare sociale più comuni alla nostra associazione –ad esempio la condivisione abitativa- nel rispetto dei traumi e delle esigenze dei singoli, abbiamo tentato di costruire una rete che coinvolgesse Enti Pubblici, Terzo Settore e il mercato immobiliare privato, nella ricerca di soluzioni alloggiative nuove, coerenti con la natura sociale e di “restituzione” del progetto. Alcuni dei risultati ottenuti, ci piace ricordare la concessione gratuita da parte del Comune di Dicomano di un alloggio di edilizia popolare, ci lasciano ben sperare che questo momento comune di riflessione possa moltiplicare ed incentivare gli sforzi degli attori pubblici e privati”.

“La vicenda del Forteto - sottolinea Stefano Passiatore, sindaco di Dicomano, Anci Toscana - ha messo in crisi il senso di fiducia e di protezione che i cittadini, soprattutto se vivono una condizione di fragilità, si aspettano dal pubblico ed in particolar modo dai servizi sociali. Il Progetto Oltre è un tassello importante per ricostruire questo rapporto di fiducia offrendo alle vittime competenze e professionalità tali da accompagnarle nel percorso di autonomia. Questa esperienza deve diventare un elemento centrale per la riformulazione delle politiche sociali che offriamo a tutto il territorio incentrate sulla sinergia con soggetti privati altamente qualificati”.

 

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