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Dal volontariato animalista alla pet therapy

L’11 giugno scorso è morto Giorgio Celli, scienziato e scrittore, grande conoscitore del comportamento degli animali, dagli insetti ai gatti. Celli fu anche conduttore della fortunata trasmissione televisiva “Nel regno degli animali”, un appuntamento fisso per intere famiglie che lo rese famoso al grande pubblico e che molti di voi ricorderanno.

Di quella trasmissione diceva Aldo Grasso nell’Enciclopedia della Tv: “Unendo il rigore delle informazioni ad un tono ironico e bonario, sviluppa un originale racconto televisivo che rifugge dal consueto punto di vista antropocentrico, per privilegiare inedite e singolari prospettive di osservazione”.

Giorgio Celli amava infatti parlare del pensiero degli animali ed era bravissimo ad accompagnarci in questo percorso di conoscenza; era un divulgatore eccezionale e riusciva a liberarci della nostra “centralità” di uomini e donne donandoci gli strumenti per capire l’animale, il suo ed il nostro modo di agire, nonché le caratteristiche della sue relazioni con l’uomo.

Giorgio_CelliSul comportamento animale ha narrato pagine indimenticabili. Dei gatti diceva “sono stati i miei maestri di etologia. Maestri senza parole ma con gesti trasparenti; ed io, a poco a poco, sono diventato un loro ammiratore e loro complice”.

Giorgio Celli è stato anche una personalità forte e autorevole del movimento ambientalista ed ha avuto  incarichi politici sia come  parlamentare europeo che come consigliere comunale dei Verdi. Come ha dichiarato il figlio Davide annunciandone la scomparsa: “voglio ricordarlo battagliero e forte, con la sua voglia di cambiare le cose. Vorrei che tutti, allievi, collaboratori e amici, lo ricordassero così”.

Chissà che cosa direbbe Giorgio Celli del recente provvedimento del Governo svizzero che conferma legittima la scelta dei Cantoni di consentire la caccia ai gatti randagi.

Fucilate prevalentemente, pallottole che spesso feriscono e non uccidono. Inutile la raccolta di quasi 14mila firme organizzata da associazioni animaliste. La Svizzera conferma il massacro.

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