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La campagna che oggi commentiamo è inserita nell’Archivio online di Comunicazione sociale promosso da Cesvot in collaborazione con l’associazione Adee, che in oltre 20 anni ha collezionato oltre 2700 campagne pubblicitarie provenienti da tutto il mondo, e raccolte con amore e dedizione nel tempo da Pierfederico Leone e Gianna Cecchi.

Queste campagne sono stupendi esempi di buona comunicazione, e per il futuro ne commenteremo qualcuna in questa rubrica (magari anche molto più agè di questa…) a dimostrazione che la buona comunicazione non scade mai.

Gli stimoli che vengono a chi si occupa di pubblicità ed entra in questo archivio dimostrano, infatti, che si possono prendere ispirazioni da intuizioni creative del passato, o anche semplicemente godere della magnifica opera di sintesi comunicativa (ed emozione pura) che queste campagne ci portano da ogni angolo del pianeta.

Il tema di questo numero di Pluraliweb è la comicità, il circo sociale, la clownterapia e quindi mi è venuta l’idea di riscoprire una campagna vecchia che ha a che fare con tutti questi temi, anche se in modo piuttosto “laterale”.

Le campagne culturali sono sempre piuttosto tristi, in quanto utilizzano linguaggi istituzionali a volte verbosi, barbosi e poco o per a curiosi, e raramente escono da questi binari, quasi che lo stereotipo della promozione della cultura le blindasse in un territorio grigio, dove ironia, gioco e leggerezza non aleggino (ogni riferimento al monaco Jorge da Burgos del Nome della Rosa è abbastanza voluto…).

Questa campagna del 2002 pensata per promuovere Explora, il museo dei bambini di Roma è necessariamente giocosa, curiosa, ed ironica, ma individua una chiave di comunicazione oltremodo creativa.



E’ una campagna che va capita; non arriva subito, e ci si mette un po’ a fare quel gioco di visione-associazione-ricordo che collega la fune fatta di lenzuola, la carrozzina ed il risultato di quella intelligenza che il museo deve stimolare. La promessa è quindi molto chiara: un bambino si divertirà e agli adulti l’arduo compito di inseguire l’evaso!

Chi legge questa rubrica sa che non perdo occasione per elogiare la sintesi, la creativa fusione di pensiero, immagine e parola; questa volta, in più, aggiungo che la pubblicità è anche un gesto di coraggio, il coraggio di abbattere gli stereotipi, le abitudini e le consuetudini.

La cultura è il bene comune per eccellenza. Anche un bambino e una risata, un museo innovativo ed una campagna pubblicitaria intelligente possono aiutare a difenderla.

Alla prossima, e fate pubblicità!!!

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