Gli approfondimenti di Cesvot

8 marzo 2020: la storia di Yasneli

Autodeterminazione, autonomia, indipendenza. Storie di donne che hanno trasformato la loro vita.

Una storia di liberazione e consapevolezza è quella di Yasneli oggi finalmente libera dal peso di una relazione violenta.

L’associazione Donne in movimento (Dim) si occupa di immigrazione e lavora a difesa delle donne vittime di tratta e di violenza da più di venti anni.

Nello specifico Dim gestisce, in convenzione con la Società Della Salute Zona Pisana, Lo Sportello Unico Immigrazione che, oltre a servizi rivolti agli immigrati, offre anche attività di   ascolto, counselling, segretariato sociale rivolte a tutta la cittadinanza e uno Spazio Aggregativo per donne.  L’Associazione gestisce inoltre una casa di accoglienza per donne in condizioni di disagio socio economico e per vittime di violenza intra familiare.

L’ associazione fa inoltre parte del sistema anti tratta e gestisce strutture di accoglienza per donne, anche con bambini, per l’attuazione di programmi di protezione sociale ex art 18 D.Lgs 286/98 e uno sportello dedicato all’emersione delle vittime di tratta e/o sfruttamento. Il percorso di reinserimento socio economico delle vittime di tratta cura con grande attenzione l’apprendimento della lingua italiana e le attività di formazione professionale anche mediante l’attivazione di tirocini, corsi di formazione e laboratori artistici e artigianali.

L’Associazione ha sede a Pisa in via Italo Possenti, 24/a e può essere contattata anche telefonicamente al numero 050 503852.

Yasneli è una delle donne che sono state accompagnate dall’associazione Donne in movimento verso una nuova vita.

“Mi chiamo Yasneli e ho 31 anni. Sono nata a Cuba dove ho conosciuto il mio ex marito arrivato dall’Italia nel 2013, e non avrei mai pensato che la nostra relazione si trasformasse in una storia di violenza. Tutto è cambiato quando ci siamo trasferiti in Italia. Dalle prime settimane del nostro arrivo la situazione è precipitata velocemente. Lui mi chiudeva a chiave in casa, non voleva che avessi alcun contatto con il mondo esterno, mi impediva di lavorare. Quando usciva per andare al lavoro portava con sé anche i miei documenti, controllava ogni singolo aspetto della mia esistenza. Mi picchiava con qualsiasi pretesto, io non riuscivo a scappare, né a trovare il modo di segnalare la mia situazione, nemmeno  a sua madre, che era l’unico contatto che avevo”.

Un giorno Yasneli riesce a scappare approfittando della porta di casa finalmente lasciata aperta dal compagno.

“Sono scappata e all’inizio non sapevo cosa fare, a chi rivolgermi. Una mia amica mi mise in contatto con l’associazione Donne in Movimento, ed è lì che sono arrivata e ho avuto subito il primo aiuto. Mi hanno detto che la prima cosa che dovevo fare era denunciarlo e grazie al loro aiuto ho trovato il coraggio di capire che fosse la cosa più giusta per cominciare una nuova vita. Nella casa ho cominciato a seguire alcuni corsi insieme alle altre ragazze ospiti: fotografia, inglese, italiano. Mi piaceva in particolare studiare l’italiano, sentivo il bisogno di potermi esprimere con tutte le parole che avevo. Alla fine sono arrivata al terzo livello di conoscenza per l’italiano”.

L’incontro con l’associazione Donne in Movimento aiuta Yasneli  proteggendola dalla violenza e dandole tutti gli strumenti necessari, il supporto, la conoscenza per creare una vita finalmente libera e indipendente.

“Quando sono andata via dalla casa sono rimasta sempre in contatto con le operatrici, sono state tutte importanti per me. Nel periodo in cui sono rimasta con loro ho imparato molte cose che mi hanno preparato a tornare a far parte del mondo. La vita è troppo bella per arrendersi. A chi sta vivendo una situazione di violenza dico che prima bisogna amare se stesse e poi mai restare in silenzio, mai nascondere la realtà. Cercate aiuto e denunciate, sempre”.

Foto in alto di Maurizio Bergianti - Progetto Fiaf Csvnet - Tanti per tutti viaggio nel volontariato italiano

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